
Intervistiamo Leonardo Moriggia, CEO & Co-founder della startup FarmAid, una delle otto realtà che partecipano al Press Start Award, il concorso promosso dal Gruppo Corriere del Ticino che premia la start-up che meglio saprà trasmettere la propria idea e valore al pubblico ticinese.
Qual è la storia dietro la nascita della vostra startup?
La soluzione nasce dalla mente di Roberto Rubini, inventore del dispositivo e CTO, per far fronte ad una necessità quotidiana: proteggere il proprio orto dalla grandine. Supportato da parenti ed amici, Roberto ha brevettato un dispositivo di copertura automatico e ha costruito il primo prototipo funzionante. Insieme a Leonardo Moriggia, CEO e co-fondatore, si sono mossi i primi passi per dare forma imprenditoriale al progetto e sviluppare un piano aziendale efficace.
L’iniziativa ha subito riscosso successo ed interesse, monetizzando parte della proprietà intellettuale ed aggiudicandosi il 5° Premio Boldbrain 2024, il Premio Speciale Hemargroup 2024 ed il Premio Speciale Fondazione Agire 2024. Attualmente FarmAid è anche tra i finalisti di MassChallenge Switzerland 2025, uno dei principali programmi di accelerazione internazionali per startup ad alto impatto.
In che modo il territorio ticinese ha influito sul vostro percorso?
Il Ticino ha giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo di FarmAid, offrendo un ecosistema favorevole all’innovazione tecnologica e all’imprenditorialità. Grazie a programmi come Boldbrain e al supporto di Fondazione Agire e degli enti regionali di sviluppo, abbiamo potuto intrecciare rapporti e collaborazioni di valore ed acquisire visibilità. La sensibilità locale verso le necessità dell’agricoltura, unita al patrimonio viticolo ticinese, rende la nostra soluzione altamente rilevante per il territorio. Inoltre, la possibilità di insediarci al Tecnopolo Ticino ci ha offerto l’opportunità di crescere a fianco di realtà aziendali di rilievo nazionale e globale.
Quale impatto sperate di generare sulle persone, sull’ambiente, o sul settore in cui operate? In Svizzera, importiamo il 60 per cento dei generi alimentari di origine vegetale che consumiamo. In un contesto di conflitti internazionali e cambiamenti climatici, la salvaguardia della filiera alimentare è una necessità non solo economica, ma anche sociale e strategica. Proteggendo le colture da eventi atmosferici estremi (quali grandine e gelate primaverili) e malattie, miriamo a ridurre significativamente i danni ai raccolti, favorendo la produzione locale ed una maggiore indipendenza alimentare. FarmAid promuove anche la sostenibilità ambientale, utilizzando energia solare, riciclando l’acqua piovana per l’irrigazione e riducendo l'impiego di prodotti fitosanitari chimici. Inoltre, grazie al funzionamento automatico e all’impiego di sensori sul campo, contrasta la carenza di manodopera agricola ed offre agli agricoltori strumenti tecnologici semplici ed innovativi per affrontare le nuove sfide produttive.
Qual è il bisogno concreto che cercate di risolvere?
L’agricoltura oggi è sempre più vulnerabile ad eventi climatici estremi: grandine, gelate, siccità e piogge violente causano gravi perdite economiche e mettono a rischio la sicurezza alimentare. A questo si aggiunge l’uso eccessivo di prodotti fitosanitari chimici ed una crescente difficoltà nel reperire manodopera. FarmAid nasce per offrire una protezione completa, sostenibile ed automatizzata delle colture.
Quanto conta per voi sviluppare innovazione partendo da qui?
È fondamentale. Il Ticino ci ha fornito un terreno fertile – in tutti i sensi – per sviluppare il progetto: supporto concreto, sensibilità ambientale e vicinanza a territori agricoli di eccellenza come il Mendrisiotto ed il Piano di Magadino. Creare innovazione partendo da qui ci permette di rispondere a esigenze locali reali, con la prospettiva di “scalare” globalmente mantenendo radici solide.
Come è stata accolta la vostra idea sul mercato? E tra gli investitori?
Con grande interesse. Abbiamo attirato l’attenzione di cantine ed un grande gruppo orticolo e stiamo strutturando i primi progetti pilota. Alcune aziende agricole francesi hanno già cominciato ad impiegare sul campo un dispositivo basato sul nostro brevetto. Inoltre, abbiamo ricevuto riconoscimenti strategici a Boldbrain 2024 e siamo tra i finalisti di MassChallenge Switzerland 2025. Sono segnali forti della solidità del progetto. Guardando al futuro prossimo, qual è la sfida che vedete davanti a voi?
Se si immagina l’agricoltura del futuro, non c’è dubbio che sarà caratterizzata dall’automazione, al pari di altri settori tradizionalmente più votati all’innovazione. La sfida nel breve termine sarà quella di permettere agli agricoltori di avere accesso alle nuove tecnologie, che spesso richiedono investimenti iniziali fuori dalla portata delle piccole imprese a conduzione familiare. La sfida maggiore però, per tutto il settore tecnologico, è a lungo termine: mantenere la sostenibilità umana al centro dell’innovazione. Per questo, uno dei nostri valori fondamentali è che l’automazione miri sempre ad un miglioramento della qualità della vita, sia per il lavoratore che il consumatore, e non sia fine a se stessa.
Perché il pubblico dovrebbe credere in voi e darvi il suo voto?
Perché FarmAid è un progetto concreto, nato da un bisogno reale. Perché crediamo nell’innovazione utile, sostenibile ed accessibile. E perché l’agricoltura è un tema che riguarda tutti: votare per FarmAid significa contribuire ad un futuro più sicuro per il Ticino e la Svizzera.
Per votare la startup FarmAid, aiutarla ad aggiudicarsi il premio di CHF 10'000 e provare a vincere un buono Digitec di CHF 200.-, visitate il portale di Press Start Award.