
Non solo il Consiglio regionale lombardo ma anche il ministro degli Esteri italiano Angelino Alfano dovrà chinarsi sulla chiusura notturna a titolo sperimentale di tre valichi minori tra Svizzera e Italia.
La deputata varesina Maria Chiara Gadda (PD) ha infatti inoltrato ad Alfano un'interrogazione con la quale espone tutta una serie di "evidenti discriminazioni" nei confronti dei cittadini italiani in Ticino, a partire dal referendum contro l'immigrazione di massa approvato dal popolo svizzero il 9 febbraio 2014 fino alla recente chiusura dei valichi di Cremenaga, Pedrinate e Novazzano-Marcetto.
“Negli ultimi anni, con sempre maggiore preoccupazione, si è assistito ad un susseguirsi di norme e comportamenti discriminatori in Cantone Ticino nei confronti di lavoratori e cittadini italiani”, scrive Gadda nella premessa. “Il 9 febbraio 2014, l'iniziativa popolare denominata “Contro l'immigrazione di massa” ha modificato la Costituzione federale prevedendo tetti massimi e contingenti annuali per gli stranieri che esercitano un'attività economica in Svizzera, compresi i lavoratori frontalieri, perseguendo un principio di preferenza agli svizzeri; nel novembre 2014 il Gran Consiglio del Canton Ticino ha incrementato le imposizioni fiscali per i frontalieri: residenti entro la fascia di confine, portando al 100 per cento il moltiplicatore comunale al fine di scoraggiare la presenza italiana in Svizzera; il 24 marzo 2015, il Gran Consiglio del Canton Ticino ha approvato una legge sulle imprese artigianali che introduce elementi restrittivi e ostativi nei confronti dei professionisti italiani che intendono stabilire in Svizzera la propria società; nel mese di aprile 2015, il dipartimento delle istituzioni del Ticino, con la successiva conferma del Consiglio di Stato nel mese di maggio 2016, introduce l'obbligo della presentazione dell'estratto del casellario giudiziale e dei carichi pendenti, per i lavoratori frontalieri che chiedono il rinnovo o il rilascio ex novo del permesso di lavoro G (il permesso per lavoratore frontaliere)."
“Il 25 settembre 2016 nel Ticino si è tenuta una nuova iniziativa popolare promossa per inserire nella Costituzione cantonale il principio di “preferenza agli indigeni” che ha visto prevalere la posizione più radicale" prosegue la deputata del PD. "Il 5 dicembre 2016, a seguito di un tentativo di rapina alla filiale della banca Raiffeisen di Molinazzo di Monteggio (Canton Ticino, Svizzera), le autorità ticinesi hanno disposto la chiusura di alcuni valichi di confine con l'Italia tra cui quello di Ponte Tresa, impedendo – per circa due ore – a quasi 5 mila persone, molti cittadini italiani lavoratori frontalieri, di fare ritorno a casa; nel mese di febbraio, il consigliere di Stato Norman Gobbi aveva espresso delle posizioni offensive nei confronti dei nostri connazionali, collegando un episodio di corruzione in un ufficio pubblico alla nazionalità italiana del dipendente coinvolto dalle indagini."
In merito ai valichi, Gadda scrive che “le autorità italiane non sono state prontamente avvisate dalle autorità elvetiche della imminente chiusura della frontiera, esponendo in tal modo i territori italiani coinvolti ad una situazione potenzialmente pericolosa e complessa sotto il profilo del ordine pubblico." Inoltre, aggiunge, “la mozione 1/00952 Borghi ed altri, approvata dalla Camera dei deputati, ha indicato al Governo la necessità di condizionare le determinazioni italiane da assumere nell'ambito delle relazioni internazionali con la Svizzera, ad una positiva cooperazione ed effettiva disponibilità da parte delle istituzioni elvetiche in tutti gli ambiti. La stessa mozione, in riferimento agli accordi in materia fiscale, ha impegnato il Governo a rivalutare tale ratifica in relazione alla formulazione di specifiche assicurazioni formali tendenti ad escludere la validità e l'applicazione di qualsivoglia iniziativa discriminatoria."
Visto quanto precede, Gadda chiede quindi ad Alfano “se, in occasione della chiusura dei valichi di frontiera avvenuta il 5 dicembre 2016, le autorità svizzere abbiano provveduto a comunicare all'Italia l'imminente chiusura della frontiera, nel rispetto delle procedure fissate dal regolamento UE 2016/399 del Parlamento europeo (codice frontiere Schengen) e perseguendo in tal modo una politica di reciproca collaborazione; se il Governo ritenga che le affermazioni del consigliere di Stato Norman Gobbi siano lesive della dignità dei nostri connazionali e quali iniziative si siano intraprese; se e come il Governo intenda riconsiderare le relazioni internazionali con la Confederazione elvetica alla luce del protrarsi di comportamenti che appaiano agli interroganti evidentemente ostili e discriminatori da parte del Cantone Ticino nei confronti di lavoratori e cittadini italiani”.
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