
È alla sua prima collezione di abiti e tra pochi giorni si recherà in Giappone per presentarla. Valentina Nessi, giovane fashion blogger di Comano, racconta com'è nata l'avventura di disegnare i propri capi e di come è riuscita a portarli dall'altra parte del mondo.
Valentina, come sei arrivata a presentare la tua prima collezione in Giappone?
"È tutto nato quasi per caso. Mi trovavo a Parigi durante la fashion week per haute couture la scorsa primavera. In quell'occasione indossavo i miei vestiti e un fotografo, che li ha notati, mi ha suggerito di mettermi in contatto con suo fratello, un altro fotografo. Mi aveva detto che l'avrei incontrato a una determinata sfilata, così mi sono recata da lui. Abbiamo avuto il tempo di parlare un po' insieme e mi ha posto molte domande riguardo ai miei vestiti, di come ho cominciato la mia collezione e sul design. Poi mi ha spiegato che abitava in Giappone e che stava allestendo un evento di moda, al quale mi ha proposto di partecipare. Così senza conoscerci. Inizialmente non gli ho dato importanza, credendo fosse una bufala. C'è tanta gente che parla tanto per dire. Fatto sta che dopo neanche una settimana mi è arrivata una sua e-mail, nella quale mi chiedeva di fare una presentazione della mia collezione. Dopo averne parlato con gli organizzatori dell'evento, c'era chi era interessato ai miei capi d'abbigliamento. Così, dopo due giorni dall'invio della presentazione, mi hanno confermato di avermi accettata. Mi sembrava impossibile. È successo tutto così veloce, che per un po' di tempo ho ancora stentato a crederci, finché mi è arrivato l'invito ufficiale a metà agosto. Poi ho preso i biglietti e ora sono pronta a partire".
L'evento si svolgerà a Tokyo?
"Si, presso il Bunka Gakuen Fashion College, una delle più grandi scuole di moda al mondo. Il direttore voleva una giovane designer che fosse vicina agli studenti. Così eccomi qui. All'evento parteciperanno anche diverse aziende multinazionali, che sono invitate a presentare dei progetti. Gli studenti scelgono a quale partecipare, per poi proporre delle soluzione di design. Nel mio caso proporrò un case study legato alla creazione del vestito ideale per una donna giapponese. Nel complesso sarà una sorta di competizione, alla fine della quale ci sarà un vincitore. La finale credo sia prevista entro dicembre, con la selezione del progetto vincitore. Vedremo come andrà a finire".
Prima di arrivare alla tua collezione di cosa ti occupavi?
"Ho finito gli studi nel 2011, conseguiti tra Milano, Parigi e Londra. Poi ho aperto un blog di moda (vfashionworld) che porto avanti ormai da 5 anni. All'inizio scrivevo ogni giorno, facendo recensioni su capi di abbigliamento, reportage sulle sfilate, raccontando viaggi oppure postando foto di vari outfit indossati a eventi o altri momenti della giornata. Ho sempre cercato di innovarmi, poi è arrivata l'idea di creare una linea di vestiti".
Com'è nata l'idea della collezione?
"L'idea di creare una linea di vestiti ce l'ho sempre avuta, ma non era mai il momento giusto. Poi qualche mese fa, a gennaio, ho cominciato a disegnare i primi schizzi. Inizialmente erano abiti da sera, poi ho cambiato rotta su suggerimento di un amico, cominciando a disegnare abiti da cocktail, molto più accessibili per gli eventi di tutti i giorni e che possono andare bene anche a un pubblico giovane".
Hai già avuto riscontri positivi per i tuoi abiti?
"Ho avuto un primo riscontro a Parigi, durante la fashion week. Come detto indossavo alcuni dei miei abiti e mentre passeggiavo per strada, tre o quattro volte la gente mi ha fermato per strada, chiedendomi chi fosse il designer. La stessa cosa è successa a Cannes la scorsa primavera, durante il festival del film, e più recentemente a Venezia, durante la Biennale. Anche in quella occasione una coppia, marito e moglie, mi hanno chiesto di fare una foto con loro. È sempre un motivo di orgoglio. Poi ora è partita la campagna vendite. Ho mandato il catalogo ad alcune boutique per proporre la mia collezione e ho appuntamenti con due negozi a Lugano e uno a Locarno. Ho anche qualche contatto con alcuni negozi in Italia e Francia. Vedremo come andrà".
Un motivo ricorrente nei tuoi abiti è la farfalla. Come mai questa scelta?
"Rappresenta un sentimento di felicità e di gioia di vivere. Nasce come un bruco, poi si sviluppa in un insetto dai mille colori. Se vogliamo fare un discorso metaforico, è un modo per vedere la donna esprimersi al suo massimo potenziale. Può essere criticata in mille modi, ma dentro di sé ha il potenziale di diventare splendida come una farfalla. È un'evoluzione, le donne spesso si sentono insicure e non osano, ma è un invito al coraggio e a credere in noi stesse. I miei abiti comunque sono semplici, non stravaganti, e ho scelto una linea comoda, che mette in risalto le forme e le curve femminili".
Hai già pensato alla tua prossima collezione?
"Quello che mi piacerebbe provare nel sistema moda è portare una collezione tematica. La moda cambia molto velocemente e tutte le sfilate hanno una collezione stagionale. Questo può quasi dar fastidio al pubblico. Quest'anno per me il tema ricorrente era la farfalla, ma in futuro mi piacerebbe creare un'altra collezione tematica, in modo che possa durare nel tempo e non vada ad eliminare l'altra. Ho già in mente qualche idea..."
Sei tu stessa che ti occupi di creare i vestiti?
"Io faccio il disegno e seleziono il tessuto. Poi il lavoro di taglio lo affido a una sarta".
Un'ultima domanda. L'attività di fashion blogger ti permette di guadagnarti da vivere?
"Non c'è una retribuzione stabile. Ci sono mesi in cui lavoro di più, altri meno. Dipende dai contatti pubblicitari che riesco a mettere sul sito. Poi lavoro tanto anche con Instagram e Facebook. Per ora le aziende che mi contattano di più sono attive nel mondo dell'orologeria e dei gioielli. È il mercato che ha più potenzialità".
In allegato alcune foto della collezione che verrà presentata in Giappone
Photo credit: Jim Blankemeir, Ko Kok, Francesco Bonanno e Francesco Giachi
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