
Circa 430 reperti archeologici della Sardegna, prevalentemente di provenienza nuragica, sono stati recuperati a Lugano grazie all'intervento dei carabinieri del comando per la Tutela del patrimonio culturale di Cagliari e della sezione dell'archeologia di Roma. I pezzi, esportati illecitamente in Ticino e custoditi in uno studio legale di Lugano, erano in possesso degli eredi di un collezionista svizzero, morto da tempo, che hanno accettato di restituirli in Italia dopo una lunga trattativa con i loro legali.
Una volta rimpatriati, l'autenticità e la provenienza dei reperti sono state accertate dai funzionari della Soprintendenza archeologia della Sardegna. Si tratta di una delle più importanti collezioni di reperti archeologici rinvenute negli anni 2000, hanno sottolineato ieri i carabinieri durante una conferenza stampa a Nuoro, dove è stata illustrata l'esito dell'operazione.
L'attività è iniziata nel 2014 quando un notaio e un legale di Lugano, per conto dell'assistito deceduto, hanno contattato la Soprintendenza archeologica della Sardegna per restituire al Comune indicato nel testamento i reperti.
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