
Si è svolta ieri alle Isole di Brissago la consegna degli attestati di frequenza ai 14 partecipanti al primo anno del progetto pilota di lotta contro le neofite invasive. Alla cerimonia è intervenuto il consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali.
L’evento si è tenuto nell’ambito di una visita guidata al Parco botanico delle Isole di Brissago, organizzata dalla Sezione forestale e dall’Ufficio della natura e del paesaggio del Dipartimento del territorio, in collaborazione con il Gruppo di lavoro organismi alloctoni invasivi (GLOAI). Nel suo intervento, il consigliere di Stato Zali si è in particolare soffermato sull’impatto economico e sociale dell’iniziativa, sottolineando come grazie a questo progetto pilota di reinserimento professionale, la cura di manufatti, boschi e terreni possa avvalersi di un nuovo supporto: quello di persone disoccupate a beneficio di assistenza sociale.
Il Direttore del DT, dopo essersi complimentato con i partecipanti a questa prima sperimentazione, ha espresso gratitudine ai membri del GLOAI, in particolare a Mauro Togni, Giorgio Moretti, Guido Maspoli e Ursula Sulmoni per aver contribuito attivamente alla formazione, ai rappresentanti dei partners del test Stefano Frisoli di Caritas Ticino e Giovanni Barbara, responsabile dell’Azienda L’Orto di Muzzano, e alle collaboratrici della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie (DASF) del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) Sara Grignola Mammoli e della Sezione dell’agricoltura del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) Marta Balmelli e Laura Torriani.
Le neofite sono piante introdotte accidentalmente o deliberatamente in Europa. Alcune di esse, dette invasive, sono in grado di colonizzare rapidamente diversi ambienti naturali e formare popolazioni estese, soppiantando le specie indigene. Molte neofite invasive si diffondono efficacemente per via vegetativa, grazie ai ricacci da pezzetti di pianta o di rizomi, o per via sessuale tramite semi. I metodi per combattere e indebolire queste specie sono diversi, ma spesso richiedono un intervento manuale o meccanico, da ripetere più volte nel corso del periodo vegetativo e sull’arco di più anni. In taluni casi l’unico metodo efficace consiste nell’estirpo della pianta nella sua totalità. Tuttavia, quest’operazione deve essere accompagnata da un attento smaltimento, per evitare che gli scarti vegetali delle stesse, lasciati sul luogo, ne favoriscano la diffusione e l’espansione. Le neofite possono rappresentare una minaccia per la salute dell’uomo e per la biodiversità, come pure causare ingenti danni economici e alle infrastrutture. L’intervento tempestivo e professionale rappresenta un investimento che permette di contenere i costi diretti derivanti dal loro contenimento ed eliminazione.
Il progetto pilota di Lotta contro le neofite invasive 2015-2017 nasce grazie alla collaborazione interdipartimentale tra il Dipartimento del territorio (DT), il Dipartimento della Sanità e della socialità (DSS) e il Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE). Esso prevede la creazione di due squadre d’intervento gestite da due partner della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie del Dipartimento della sanità e della socialità (DASF): l’Associazione L’Orto di Muzzano e Caritas Ticino, sede di Pollegio. Le due squadre d’intervento sono composte da persone disoccupate a beneficio di assistenza sociale, nell’ambito dei programmi di inserimento socio-professionale. Tra i partecipanti vi sono persone con una formazione o esperienza lavorativa nel settore del giardinaggio e affini, come pure persone senza una specifica formazione ma interessate a svolgere un’attività legata al verde.
Lo scopo del progetto è duplice: eliminare o ridurre drasticamente i focolai delle neofite problematiche contenendo di conseguenza anche il danno che esse possono causare e impartire una formazione specifica che i partecipanti potranno mettere a frutto nelle loro attività future e che, si auspica, incrementerà le loro possibilità di reinserimento professionale. Le due squadre sono accompagnate da esperti e professionisti membri del Gruppo di lavoro organismi alloctoni invasivi, che si occupano di valutare le situazioni e le modalità d’intervento, nonché di fornire un’adeguata formazione teorica e pratica, il supporto informativo e, infine, di seguire l’operato dei due gruppi dal punto di vista scientifico.
Il progetto pilota rientra nella strategia cantonale per la gestione degli organismi alloctoni invasivi inserita nelle Linee direttive della legislatura 2015-2019 (scheda no. 36, Area sviluppo territoriale, mobilità, ambiente e energia) ed è finanziato dal Cantone per i costi iniziali di avvio, con l'obiettivo di rendere indipendenti le squadre d’intervento, anche a livello finanziario, e, a medio termine, prevedere la possibilità di assumere in modo stabile dei collaboratori presso Comuni e altri enti attivi sul territorio.
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