
Oggi è la giornata mondiale delle cure palliative, un’occasione dunque per mettere la lente su questa branca della medicina ancora poco conosciuta.
«Un paziente incontra un’equipe multidisciplinare di persone formate che offre aiuto, sostegno e attiva le risorse che il paziente ha per far fronte a ciò che gli accade», ha spiegato la dottoressa Claudia Gamondi, primario della Clinica cure palliative e di supporto IOSI-EOC, ai colleghi di Teleticino.
Un’attenzione a 365 gradi quello delle cure palliative, che nel nostro Cantone son ancora poco conosciute. «Sono delle cure mediche rivolte a pazienti con una malattia cronica evolutiva, per esempio il cancro ma non solo, anche pneumopatie, malattie renali, neurologiche, malattie che vanno avanti nel tempo, che creano problemi e fanno emergere dei bisogni. Le nostre cure sono rivolte a questo tipo di problematiche e di pazienti».
In Ticino sono quasi 5000 i pazienti che tra cure ospedaliere, domiciliari e in altre strutture, vengono accompagnate nella loro malattia. Ma il numero potrebbe essere molto pi`ù alto. «Il fabbisogno potrebbe essere anche del doppio ma tanti pazienti o i loro curanti non conoscono queste cure oppure hanno barriere e paure, quindi non vediamo tutti i pazienti che dovrebbero essere visti».
Numeri dunque sfalzati da informazioni imprecise, come la convinzione che queste cure siano destinate solo a malati terminali o che siano l’anticamera della morte. «C’è titubanza e paura, si ha paura che se si va in cure palliative poi si muore, in realtà il paziente viene seguito per quello che sono i suoi bisogni, viene curato, viene mandato a casa, si lavora in rete. Le cure palliative non sono frammentate, sono un continuum tra ospedale, clinica, riabilitazione, domicilio, case anziani. È una rete che si crea attorno al paziente e ai suoi curanti».
Tutti i dettagli nel servizio di Teleticino.
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