Sanità
Cure di qualità, presto il voto. Contrari e favorevoli lanciano il dibattito
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Redazione
2 giorni fa
Ieri è sceso in campo il Comitato interpartitico per dire "No" all'Iniziativa su cure sociosanitarie e socioeducative di qualità, definendo la proposta inutile, costosa e burocratica. Oggi è invece stato il turno dei favorevoli, i quali hanno ribadito l'importanza per personale, pazienti e strutture stesse.

“La maggior burocrazia, la sovrapposizioni di leggi già esistenti sia a livello cantonale che federale, nonché i costi che ne deriverebbero i quali vanno ad intaccare le tasche del cittadino”. È per questi motivi, elencati da Lara Filippini dell’UDC, che ieri il Comitato per il “No” all’iniziativa “Per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità” invitava la popolazione a respingere l’oggetto in votazione il prossimo 15 giugno. Argomenti presentati in conferenza stampa dai membri del Comitato di cui, oltre a Lara Filippini, fanno parte Matteo Quadranti del PLR, Maurizio Agustoni del Centro, Stefano Tonini della Lega, Massimo Mobiglia dei Verdi liberali e Roberto Ostinelli di HelvEthica. Oggi è invece stato il turno dei favorevoli, i quali hanno ribadito l'importanza che ha questa iniziativa per tutelare i dipendenti e migliorare le prestazioni - in particolare dal punto di vista umano - per i pazienti. Ma andiamo con ordine e partiamo dagli oppositori.

"Settore già controllato"

Un’alleanza convinta che la proposta, portata avanti dal Sindacato VPOD, sia inutile. “Lo è, perché oggi come oggi i settori interessati sono già disciplinati da regolamenti collettivi, come quello dell’EOC, che nasce da una contrattazione fra parti sociali – ovvero lavoratori e sindacati”, ci ha spiegato l’esponente liberale nonché relatore di maggioranza su questo tema nella Commissione sanità e sicurezza sociale, Matteo Quadranti. “L’attenzione alla qualità delle cure e ai servizi socioeducativi c’è, ed è controllata dai Consigli di fondazione, dai Municipi, dai Consorzi e dai Consigli di Amministrazione. Questi devono render conto nel caso succeda qualcosa e c’è sempre la possibilità di segnalarlo. Non si può, tuttavia, creare una diffidenza generalizzata su chi verifica questi settori”.

L’iniziativa

L’iniziativa, ricordiamo, vuole inserire 5 principi validi per tutto il settore sociosanitario e socioeducativo: delle condizioni lavorative minime, una codifica dei diritti dei pazienti, una valutazione indipendente della qualità nelle strutture, degli organi di mediazione e un’alta sorveglianza parlamentare sul settore. Qualcosa che, stando al Comitato per il No, creerebbe una montagna di burocrazia. “Non vogliamo di certo che il personale sociosanitario e socioeducativo si dedichi al riempimento di scartoffie varie piuttosto che concentrarsi sul paziente e sull’utente. Questa situazione porterebbe il personale lontano da quello che invece propone l’iniziativa”.

Commissione apposita

È stato quindi fatto l’esempio di una Commissione apposita del Gran Consiglio che avrebbe il titanico compito di verificare annualmente il rispetto di mandati e contratti per centinaia di servizi. Insomma, per i contrari si tratta di un’iniziativa con buone intenzioni, ma troppo eterogenea e che rischia di essere controproducente. Anche perché – è stato detto - sulle difficoltà del settore ci si sta già chinando, sia a Bellinzona, che a Berna. “C’è l’iniziativa PROSAN per le cure infermieristiche che ha avuto successo a un primo step, ed è notizia di ieri che il Consiglio federale vuole mandare alle Camere un progetto di legge a promozione della formazione di qualità degli infermieri a causa dell’incremento del loro numero e per regolare le condizioni di lavoro. Tuttavia, anche questa legge chiede di introdurre l’obbligo di una contrattazione fra le parti sociali”, ha concluso Quadranti.

"Un'occasione per fare un passo avanti"

Dopo i contrari anche il fronte dei favorevoli ha lanciato la volata finale della campagna definendola una legge necessaria e urgente. “Al personale sociosanitario e socioeducativo non bastano applausi e pacche sulle spalle. Questa è un’occasione per fare un passo avanti”. Il primo firmatario Raoul Ghisletta è chiaro: bisogna affrontare ora la situazione di disagio presente nel settore sociosanitario. Dopo i contrari, che si sono espressi ieri, oggi sono stati i favorevoli all’iniziativa per delle cure di qualità a scendere in campo invitando la popolazione a dire sì in vista del voto del 15 giugno. In conferenza stampa i sindacati VPOD, l’Unione Sindacale e l’SSM - insieme a esponenti di tutti i partiti di sinistra - hanno spiegato i loro argomenti. “L’obiettivo è di rafforzare il sistema sociosanitario e socioeducativo per rendere le condizioni di lavoro più durevoli e più sostenibili in modo che si formino delle persone che rimangono più a lungo nella professione”. Ma non solo. “Dall’altro lato si migliora la qualità delle prestazioni e i diritti dei pazienti”.

Tutela dei dipendenti

Questi gli obbiettivi dell’iniziativa che vuole far fronte all’invecchiamento della popolazione, ai tagli finanziari cantonali e all’abbandono frequente della professione, tutelando i dipendenti. “Come abbiamo visto negli ultimi anni, questi sono stati messi estremamente sotto pressione”, ci ha spiegato l’esponente comunista Samuel Lembo, il quale ha proseguito precisando che “non si tratta semplicemente di un aumento salariale, bensì del miglioramento delle condizioni lavorative dal punto di vista dello stress che può portare a un burn out dilagante o a un abbandono precoce della professione. E questo per un settore sano non può essere la via”. Al contrario di quanto detto dagli oppositori, i favorevoli l’hanno definita una legge tutt’altro che burocratica poiché composta da 9 articoli volti a dare un orientamento. Inoltre, è stata definita necessaria, poiché gli sforzi già fatti da Bellinzona, con Pro San, o da Berna con la seconda tappa delle cure infermieristiche non sono ritenuti sufficienti. “Il messaggio PROSAN e gli sforzi formativi sono sicuramente un passo importante nella giusta direzione.

Tasso elevato di abbandono precoce

Tuttavia, è evidente che c’è un tasso di abbandono precoce della professione estremamente elevato”, ha affermato la copresidente del PS Laura Riget, secondo la quale “non basta formare più persone se queste lasceranno già dopo pochi anni a causa di frustrazioni dovute a turni estenuanti e all’assenza di tempo da dedicare al lato umano con i pazienti, che è molto importante per chi lavora in questo ambito”. E anche a livello federale con l’implementazione delle iniziative per cure infermieristiche forti “si fanno passi avanti, ma non sono sufficienti perché riguardano solo le cure infermieristiche. Questa iniziativa è più ampia e riguarda tutto il settore socioeducativo, come ad esempio gli asili nido”. È stato insomma definito un cambiamento atteso sin dalla pandemia, con principi che possano migliorare le condizioni dei dipendenti, ma anche dei pazienti. “È particolarmente importante che personale, familiari e strutture – vittime dei tagli degli ultimi anni – si mobilitino per questa iniziativa, occasione per un cambiamento dei dazi”, ha concluso Ghisletta.