
La Croce Rossa Svizzera Sezione del Sottoceneri (CRSS) interviene sull’interrogazione presentata dal deputato leghista Omar Balli al Consiglio di Stato, annunciando peraltro un elemento finora mai emerso: il numero dei licenziamenti previsti nel settore migrazione, inizialmente stimato in 35 unità, è stato ridotto a 13 grazie a un’operazione di riorganizzazione definita “complessa e dolorosa”, ma efficace nel limitare l’impatto dei tagli imposti dal Gran Consiglio. Secondo CRSS, il risultato è stato possibile grazie alla collaborazione tra personale, Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) e altre istituzioni attive nel sociale.
"Nessun conflitto di interesse"
Parallelamente, CRSS risponde anche alle accuse di presunto conflitto di interessi rilanciate dal Mattino e riprese nell’interrogazione di Balli. L’articolo suggeriva che una società di consulenza legata a un dirigente dell’ente avrebbe continuato a ricevere mandati dopo la sua assunzione. CRSS smentisce: il dirigente ha cessato ogni rapporto con la società al momento dell’entrata in servizio, e le uniche attività residue – supervisioni richieste da alcuni collaboratori e svolte dalla moglie del dirigente – si concluderanno a fine anno. L’onere finanziario per il 2025 è di circa 7’000 franchi e “non di 100’000 come fantasiosamente indicato”.
Risorse nel settore migrazione vincolate dal mandato cantonale
Sul fronte dei risparmi, CRSS sottolinea che le attività legate alla migrazione sono gestite nel rispetto del mandato cantonale. “Qualsiasi misura adottata da CRSS è conseguenza di un processo politico su cui essa non ha possibilità di intervento”, precisa l'ente. Le risorse disponibili – così come i costi di struttura – sono definite dal Cantone e non utilizzabili liberamente. Sul fronte comunicativo, CRSS ribadisce che ogni fase – interna ed esterna – sull'impatto delle misure decise dal Gran Consiglio è stata coordinata con DSS, sindacati e commissione interna.
Accuse infondate
Le accuse contenute nell'interrogazione, conclude CRSS, sono quindi “scorrette e infondate". "Si tratta di attacchi e di insinuazioni privi di riscontro nei fatti, e le cui finalità appaiono lontane dall’interesse collettivo e perfino offensive guardando al lavoro quotidiano svolto con professionalità e umanità dai collaboratori di CRSS a favore delle persone più fragili", conclude la nota.
