
Lavoratori sfruttati allo stremo e poi scaricati con mille espedienti? Nulla di tutto ciò secondo Credit Suisse, che rimanda al mittente le accuse lanciate stamattina dal sindacato OCST in merito al call center per la vendita di prodotti bancari di Chiasso (vedi articolo suggerito).
“Non ci esprimiamo su singoli casi. Confermiamo che ci sono state delle dimissioni, ma senza ambiguità" dichiara a TeleTicino la portavoce di Credit Suisse Gabriela Cotti Musio. "Abbiamo un iter molto chiaro da seguire in caso un collaboratore non raggiunga ripetutamente gli obiettivi fissati. Questo processo, chiaramente definito e regolamentato, non avviene dall’oggi al domani e sempre nel pieno rispetto degli obblighi di legge."
"Al Customer Service Center di Chiasso sono state centralizzate diverse attività in precedenza seguite a Zurigo, Berna e Losanna" spiega la portavoce di Credit Suisse. "Ciò ha comportato un notevole incremento del lavoro e nel contempo la ricerca di nuovi collaboratori da inserire in questo settore."
"Da notare che si tratta di un call center che ha dei tassi di fluttuazione più alti rispetto ad altri settori della banca, in linea con il settore dei call center" prosegue la portavoce. "Per molti giovani questo lavoro rappresenta un trampolino di lancio: vi lavorano per qualche anno acquisendo grande esperienza e poi trovano altre occupazioni all’interno o all’esterno della banca."
"Il fatto che vi siano periodicamente delle dimissioni" conclude la portavoce, "è quindi del tutto normale.”
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