
“Fiducia” è la parola d’ordine alla Supsi in questo primo giorno di semestre accademico, che vede un ritorno degli studenti in presenza, ma solo se provvisti di certificato Covid. Una decisione che ha inizialmente destato malumore e discussioni tra gli studenti, ma che alla fine sembra essere stata accettata di buon grado, complice anche l’introduzione dei test gratuiti, direttamente in sede a Viganello oppure tramite accordi con una farmacia a Manno, dove si sarebbe fatta testare una cinquantina di studenti: “Non ci sono stati problemi e l’ambiente mi pare anche tranquillo”, ha confermato una studentessa del nuovo campus di Lugano, intervistata da Ticinonews, che non sembra infastidita dalle nuove misure che hanno atteso lei e i suoi compagni in questa ripresa del semestre. “Una mia compagna – racconta la studentessa – non è vaccinata. Questa mattina ha dovuto andare a fare il tampone. Sicuramente non è simpatico, ma finché è gratis resta fattibile”.
La gratuità dei test non è comunque detto che venga assicurata anche dopo la fine del finanziamento federale, che avverrà ad ottobre. C’è sul tavolo l’ipotesi di estenderla fino a giugno per tutta l’Università, ma al momento resta appunto un’ipotesi.
Per quanto riguarda i controlli invece, poco si è visto, ma non perché non ci siano. Come confermato dalla direttrice della Formazione di base, Daniela Willi-Piezzi, questi infatti vengono effettuati a campione: “Gli studenti presentano un’autocertificazione di possesso del Pass. Grazie a questa, effettueremo solo dei controlli a campione, anche se regolarmente”, ha spiegato a Ticinonews. “Vogliamo lavorare sulla fiducia e sulla responsabilità individuale: non abbiamo alcuna intenzione di spendere ore per questi controlli e di scomodare studenti e collaboratori con controlli che sarebbero mal percepiti. Per garantire la validità delle misure prese, tuttavia, dovremo effettuare qualche verifica”.
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata