Ticino
Covid, lo studio: “Polveri fini aggravano infezioni”
Keystone-ats
3 anni fa
È quanto sostengono i ricercatori dell’Università di Ginevra e del Politecnico federale di Zurigo. All’origine della conclusione l’analisi di quanto avvenuto in Ticino

Una forte concentrazione di polveri fini nell’aria costituisce un fattore aggravante del Covid-19. È quanto sembrano suggerire i lavori condotti da ricercatori dell’Università di Ginevra e del Politecnico federale di Zurigo, secondo cui pare esserci un legame fra i due aspetti. All’origine di tale conclusione l’analisi di quanto avvenuto in Ticino.

“Le polveri fini possono modulare le ondate di contaminazione”
Le concentrazioni importanti di polveri fini più piccole di 2,5 micrometri possono modulare e amplificare le ondate di contaminazione da SARS-CoV-2 e spiegare in parte l’andamento della malattia, scrive in un comunicato di oggi l’ateneo romando. Diversi studi illustrano come il coronavirus circolasse in Europa già a fine 2019. Nonostante ciò, il netto aumento della mortalità in città come Parigi e Londra è stato osservato solo nella primavera successiva. “Una discrepanza temporale sorprendente”, commenta Mario Rohrer, ricercatore a Ginevra.

Il caso del Ticino
Gli esperti hanno voluto dunque approfondire la questione e ritengono che, oltre al contatto fra le persone, vi sia un altro fattore a favorire la trasmissione e soprattutto la gravità dell’infezione. Hanno infatti constatato che l’aumento dei contagi è seguito a fasi in cui il livello di polveri fini era particolarmente elevato. Proprio qui entra in gioco il Ticino. Nel cantone italofono, l’inquinamento da polveri fini è nettamente cresciuto dopo un periodo di particolare foschia sul piano di Magadino e sul Sottoceneri, verificatosi alla fine di febbraio. In seguito, si è assistito a un’esplosione delle ospedalizzazioni dovute al Covid-19, sottolinea Rohrer, pur precisando che in concomitanza si svolgeva anche il carnevale, che ha ovviamente facilitato la propagazione del virus.

“Complicazioni nel decorso della malattia”
Questa possibile relazione fra la virulenza del Covid e le polveri fini, riportata in un articolo sulla rivista “Earth Systems and Environment”, è un’informazione importante per la Svizzera, Paese spesso alle prese con un fenomeno di inversione termica, con della nebbia che si forma sull’Altipiano. Le emissioni non possono più scappare e quindi si accumulano sotto questa sorta di cappa. Inoltre, l’équipe di ricercatori evidenzia come le alte concentrazioni di particelle, soprattutto quelle più minuscole, provochino infiammazioni delle vie respiratorie e addensino il sangue. Tale condizione può condurre a un decorso grave della malattia per chi si infetta con il coronavirus. Rohrer arriva a non escludere che il Covid-19 sia trasportato dalle polveri fini. Uno studio italiano ha in effetti scoperto l’RNA del virus su queste particelle. Per il momento comunque è ancora tutto da dimostrare che l’epidemia possa diffondersi anche così, ma ciò “è una possibilità”, svela lo specialista.

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