
“Costi della salute, basta raccontare che la colpa è di Berna”. È quanto sostenuto dall’UDC durante al conferenza stampa di questa matttina, in cui sottolinea che il Cantone non sfrutti il suo margine di manovra per ridurre le spese sanitarie. Secondo i democentristi nel 2024 il Ticino ha raggiunto i costi sanitari lordi pro capite più alti della Svizzera, e la narrazione secondo cui la responsabilità sarebbe di Berna non regge. Al volante c’è il Cantone e nella slide 26 è apparso il “pilota”: il direttore del DSS Raffaele De Rosa, che secondo il partito avrebbe gli strumenti per intervenire.
“Guardare a Berna non basta”: la critica di Marchesi
Secondo il consigliere nazionale Piero Marchesi, il Ticino continua a rifugiarsi nella stessa dinamica: guardare a Berna invece di intervenire. Come spiega lui stesso «se gli altri 25 cantoni hanno premi più bassi significa che hanno costi inferiori e gestiscono meglio il sistema. Bisogna assumersi le proprie responsabilità: continuare a dare la colpa ad altri, quando la competenza è cantonale, impedisce di affrontare davvero il problema. In Ticino c’è una sovraofferta sanitaria, ed è un fatto».
Pamini: troppi studi medici e costi che esplodono dopo i 65 anni
L’analisi dei dati è stata affidata al consigliere nazionale Paolo Pamini, che ha evidenziato gli aspetti più critici: «Abbiamo troppi medici sul territorio, non troppi ospedali. Ci sono molti studi, spesso con pochi specialisti, e questa frammentazione fa circolare i dossier tra un medico e l’altro, aumentando i costi». Secondo Pamini, i giovani e gli adulti non presentano costi fuori media e ricorrono meno all’ospedale rispetto al resto della Svizzera. «Il problema emerge dopo i 65 anni: gli anziani vengono spesso rimbalzati tra studi e ospedali, con ulteriori costi e inefficienze.»
Le proposte UDC per contenere la spesa
La proposta UDC per contenere la spesa si articola in sei mozioni, che toccano diversi ambiti: una governance EOC più indipendente e imprenditoriale, la riorganizzazione dei pronto soccorso, una revisione dei sussidi RIPAM e una rete ospedaliera più razionale, con decisioni definite “coraggiose”. «Il desiderio di avere tutti i servizi sanitari sotto casa è comprensibile, ma la domanda è se sia sostenibile», osserva il deputato UDC Alain Bühler, ricordando che «alla prova dei fatti, no: lo mostrano l’aumento dei premi e dei costi». Per questo, aggiunge, la politica deve assumersi il compito di chiarire la situazione e proporre soluzioni realistiche, «che non taglino i servizi, ma li rendano più efficienti e di qualità».
