
È iniziato questa mattina a Locarno il processo militare nei confronti dell’ex comandante delle guardie di confine, Mauro Antonini e dell’allora capo dello Stato Maggiore. La Corte del Tribunale militare 3, presieduta dal colonello Mario Bazzi, dovrà stabilire se fra il 2009 e il 2018 i due si macchiarono dei reati di reiterata gestione infedele; reiterata falsità in documenti; appropriazione indebita; istigazione all’appropriazione indebita (reato, quest’ultimo a cui dovrà rispondere solo Antonini). L’accusa è promossa dal tenente colonnello Martino Righetti.
La “cassa nera”, lo champagne e la Montblanc
La vicenda che, portò alla destituzione dalla carica e al trasferimento a Berna dell’allora comandante, ruota attorno ad una “cassa nera”, in cui sarebbero in parte confluiti i bonus che l’Amministrazione federale delle dogane destinava a dipendenti particolarmente meritevoli, che il comando regionale avrebbe scelto liberamente. Il denaro, meno di 7000 franchi complessivi, sarebbe stato usato per tutta una serie di spese di rappresentanza: fra cui una bottiglia di champagne, una penna stilografica di marca e alcuni pranzi e cene al ristorante.
Contestato il nuovo atto d’accusa
Prima di entrare nel vivo del processo, con l’istruttoria, l’avvocato Elio Brunetti ha contestato l’atto d’accusa dell’uditore, chiedendo l’inammissibilità del dibattimento. Secondo il legale, l’atto d’accusa del novembre 2021, in sostituzione di quello del maggio 2020, modifica sostanzialmente la descrizione dei fatti: non più ripetuta truffa, ma un’estensione al nuovo reato di reiterata gestione infedele e di reiterata falsità in documenti. “Non si è trattato di un’integrazione del nuovo atto d’accusa col precedente, tantomeno di una sostituzione. Questo nuovo atto d’accusa contiene altri fatti”. Inoltre, secondo il legale di Antonini, l’atto d’accusa non avrebbe dettagliato sufficientemente i fatti, basandosi su eccessive supposizioni. Da qui la richiesta del rinvio del dibattimento. Sulla stessa lunghezza d’onda l’avvocato Daniele Meier. È subito arrivata la replica dell’uditore, il tenente colonnello Martino Righetti e la richiesta di respingere le eccezioni sollevate dai due avvocati difensori: “I fatti sono riportati dettagliatamente e sufficienti al tribunale per emanare un verdetto”. Anche secondo la Corte l’atto d’accusa è sufficientemente chiaro, si procederà dunque con l’istruttoria questo pomeriggio a partire dalle 14:00.
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