
Il prossimo 27 settembre la popolazione svizzera è chiamata a votare sul congedo paternità di due settimane. È il primo appuntamento alle urne dopo l’emergenza coronavirus. E proprio la crisi sanitaria ha mostrato quanto sia centrale il ruolo della famiglia. È quanto sottolineano i sindacati Travail.Suisse, OCST e le associazioni Faft Plus e ProFamiglia Svizzera italiana, che lanciano ufficialmente oggi la campagna in Ticino.
Stando a un sondaggio rappresentativo dell’istituto Link, il 71% degli aventi diritto al voto è favorevole a un congedo paternità di due settimane. Per il comitato promotore questo ampio consenso “è un segnale che i tempi sono maturi per il congedo paternità. “È un investimento per la famiglia, un’occasione per le piccole e medie imprese per offrire condizioni vantaggiose per i propri dipendenti” dice Adrian Wüthrich, presidente di Travail.Suisse e del comitato d’iniziativa. “Con due settimane di congedo paternità il Parlamento ha raggiunto un ottimo compromesso”. Dello stesso avviso Renato Ricciardi, segretario cantonale OCST: “Ritengo che il congedo paternità sia un importante aiuto per le famiglie e un invito alla condivisione dei compiti all’interno della famiglia. È un bene sociale che va sostenuto”.
Per FAFT Plus il congedo di due settimane per i padri è “una prima tappa obbligata per recuperare il ritardo” della Svizzera in materia di politica familiare, “fanalino di coda in Europa”. Per Michela Trisconi di Pro Familia SVizzera italiana il congedo paternità rafforza i modelli familiari egualitari, poiché entrambi i genitori condividono sin dall’inizio sia la vita professionale che l’esperienza familiare”.
Per i promotori sostenere il congedo paternità significa riconoscere ai padri il tempo di affiancare la madre nel ruolo genitoriale, favorendo la parità di genere, nonché la conciliabilità lavoro-famiglia. Il controprogetto del Parlamento permette inoltre alle piccole e medie imprese di introdurre il congedo paternità. “Possono quindi offrire migliori condizioni di lavoro ai propri dipendenti, riducendo il loro svantaggio nei confronti delle grandi imprese”.
Cosa prevede la proposta
La proposta in votazione prevede che le due settimane - in una volta sola o spalmate su singoli giorni - vadano sfruttate entro sei mesi dalla nascita di un figlio. Il congedo sarebbe finanziato mediante le indennità per perdita di guadagno (IPG), per un onere finanziario globale stimato in 230 milioni di franchi all’anno. L’attuale aliquota per i contributi IPG (0,45%) dovrà essere aumentata di 0,05 punti.
Contro il progetto è stato lanciato un referendum su iniziativa dell’UDC e di altri membri dei partiti borghesi, come il PLR e il PPD. La maggioranza delle sezioni romande dell’UDC non ha però fornito il proprio sostegno: alcune si sono anzi dette favorevoli al congedo. I fautori del referendum sono inoltre stati accusati di aver utilizzato metodi ingannevoli e argomenti fuorvianti durante la raccolta firme.
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