
La crisi in atto in Ucraina e i relativi effetti collaterali stanno preoccupando tutta l’Europa. Molti settori economici sono toccati da ciò che sta succedendo e tra questi c’è anche il turismo, già confrontato con le difficoltà legate ai due anni di pandemia. Al momento, però, è difficile fare previsioni, spiega Angelo Trotta, direttore di Ticino Turismo, interpellato da Ticinonews. “Sono due anni che siamo confrontati con l’incertezza. Ora c’è la guerra in Ucraina e l’effetto aumento prezzi, in particolare i costi di gasolio e petrolio”. Oltre a questi, aggiunge Trotta, “non dobbiamo dimenticare l’aumento del franco svizzero, che si sta valutando enormemente all’euro. Sono tutti effetti che potrebbero gravare sul turismo”. Sul tema della benzina, ad esempio, “molti svizzeri tedeschi vengono in Ticino in macchina e un costo eccessivo del carburante potrebbe avere un effetto negativo. Siamo preoccupati”.
I primi effetti
Per il momento i contraccolpi non sono molto forti. “Abbiamo notato una flessione nel turismo dei russi, che porta con sé cifre importanti, ma rappresenta comunque solo l’1% del totale”. Le cancellazioni delle prenotazioni giungono anche dagli Stati Uniti. “Gli americani non fanno grosse distinzioni. Parlano genericamente di “guerra in Europa”, e quindi non vengono. Sono tutti impatti concreti per noi”.
“È ancora presto per sviluppare scenari”
Tra i professionisti del settore, per il momento, “abbiamo avuto delle riunioni a livello svizzero, con altri cantoni e anche con Svizzera Turismo. Ci sono destinazioni più toccate di altre, quelle dove il turismo russo ha un certo peso”, analizza Trotta. Ci sono tanti fattori macroeconomici da considerare... “Prezzi, benzina, Covid. Tutto compromette un po’ la disponibilità e la propensione al viaggio. Per esempio, non sappiamo ancora come reagiranno le compagnie aeree: si sta già parlando di aumenti considerevoli dei prezzi, e alcune stanno addirittura cancellando alcuni loro voli”. Questo tocca sia il turista elvetico in uscita, ma soprattutto i turisti esteri in entrata, e quindi “è tutto estremamente dinamico e complesso. In generale, è ancora presto per sviluppare degli scenari”.
“La mobilità degli svizzeri non è compromessa”
La guerra, come detto, porta con sé molta incertezza. “Speriamo, come tutti, che la situazione evolva positivamente. Se questo scenario dovesse perdurare, ci sarebbero delle conseguenze”. Un’altra variabile è legata alla mobilità degli svizzeri. “A differenza della pandemia, al momento il conflitto non sta compromettendo la mobilità dei turisti elvetici, che possono recarsi in destinazioni vicine e nostre concorrenti, quali Italia, Spagna e Francia. Se venissimo penalizzati sul mercato internazionale e dovessimo, allo stesso tempo, avere una fetta di turisti svizzeri che vanno all’estero, si unirebbero due fattori negativi”.
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