
“Come lei saprà alcuni energumeni, appartenenti agli ultras del FC Lugano (qualificatisi come tali e ‘amici di Renzetti’), hanno disturbato e tentato di impedire la raccolta di firme da parte di alcune militanti dell’MPS sabato pomeriggio in via Pessina: bancarella autorizzata dal suo Municipio”. Inizia così la lettera dell’MPS rivolta a Marco Borradori, in riferimento ai fatti avvenuti due giorni fa (vedi articoli suggeriti). Una lettera che non critica unicamente l’ostruzionismo dei due uomini e la mancata presa di posizione del club luganese, ma anche lo stesso atteggiamento della polizia e del Municipio nei loro confronti.
“Quanto successo oggi è il risultato di un clima di intimidazione condotto dal FC Lugano e dai suoi tifosi più scalmanati” prosegue la lettera “Esistono ampie prove (mail di vario genere e chat) che mostrano come vi sia una vicinanza tra questi ambienti e il FC Lugano, con il responsabile della comunicazione del club che a più riprese “dialoga” con loro. D’altronde il fatto stesso che il FC Lugano non si sia sentito in dovere, dopo questo episodio, di distanziarsi da simili atteggiamenti e si sia preoccupato di comunicare a destra e manca che “denuncerà” l’MPS per averlo collegato a questi energumeni (che tale collegamento hanno apertamente rivendicato), la dice lunga su come simili atteggiamenti siano ormai tollerati in ambito sportivo.”
Con l’intento di allontanare i due uomini è stata chiamata la polizia comunale che, sempre secondo la lettera, si sarebbe mostrata accondiscendente nei loro confronti, infatti “appena giunta, si è guardata bene dall’invitare i due ad andarsene, chiamandoli ‘ragazzi’. Anzi, alla loro presenza, ha invece cominciato ad ammannirci una lezione di tolleranza: sarebbe spettato a noi non reagire agli insulti, alle minacce, ai tentativi di impedire la raccolta delle firme; perché una nostra reazione sarebbe stata considerata una provocazione. Il mondo all’incontrario! Un atteggiamento grave da parte delle “forze dell’ordine” che denota o una certa accondiscendenza nei confronti dei ‘ragazzi’ e della loro azione illegale oppure una crassa ignoranza del Codice penale svizzero (art. 279 e 280). In entrambi casi, un atteggiamento grave”.
La lettera conclude con un invito al Municipio ad un maggiore interventismo nella difesa “dell’esercizio dei diritti democratici, prendendo tutte le misure necessarie. L’atteggiamento della polizia che abbiamo descritto è altamente significativo e testimonia di un clima democratico malato, che non rappresenta certo un bel biglietto da visita per una città che si vuole ‘accogliente’”.
“Confidiamo quindi in un intervento suo e di tutto il Municipio affinché tali episodi non si ripetano, prendendo tutte le misure necessarie e istruendo in modo adeguato coloro che tali misure dovranno applicare”.
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