
Dopo il Nazionale in marzo, per 25 voti a 16, ieri il Consiglio degli Stati ha approvato una mozione che prevede, di fatto, un condono edilizio dopo 30 anni dalla realizzazione di edifici costruiti illecitamente fuori dalle zone edificabili. L'atto parlamentare concerneva in modo particolare i rustici della Svizzera italiana, i "mazot" vallesani e i "Maiensässe" grigionesi. Claudio Zali ha accolto la notizia, come dichiara a Ticinonews, con "un sospiro di sollievo. Si ripristina la sicurezza del diritto. Fino a un paio di anni fa, questo termine era riconosciuto dalla prassi e dalla giurisprudenza, ma una sorprendente sentenza del Tribunale federale aveva stabilito che questo orizzonte temporale era inappropriato", spiega Zali. "Non era però normale che dopo 50 anni un cittadino potesse essere chiamato a demolire un muretto abusivo o un grill".
Circa 2'000 rustici interessati in Ticino
Secondo stime cantonali, riferite in aula dal consigliere agli Stati ticinese Marco Chiesa (Udc), la decisione delle Camere concerne circa 2'000 rustici ticinesi. A livello svizzero, secondo calcoli della televisione svizzero tedesca Srf, sono circa 600'000 gli edifici situati fuori zona edificabile.
Chiesa: "Demolizione atto sproporzionato"
Secondo quanto dichiarato da Chiesa di fronte alla Camera dei Cantoni, è fuor di dubbio che il rispetto della legalità sia sacrosanto, così come il divieto di edificare in zone non edificabili, ma la mozione non rappresenta un incoraggiamento a violare la legge. Tuttavia, per il ticinese, la demolizione dopo 30 anni è sproporzionata, tanto più che per i Comuni sarà difficile fare un censimento degli edifici interessati dopo così tanto tempo. "Va anche detto - ha aggiunto Chiesa - che se per trent'anni non si è fatto nulla, significa che i Comuni non hanno fatto il loro dovere".
Sommaruga contraria
Di diverso parere Lisa Mazzone (Verdi/GE) e la consigliera federale responsabile Simonetta Sommaruga, secondo cui la mozione non fa altro che premiare i furbi, chi insomma ha violato la legge, speculando sul trascorrere del tempo. "Una cosa difficile da spiegare a quei Comuni che si danno da fare per far rispettare la legge", ha affermato Sommaruga. Tali abusi edilizi, per la consigliera federale uscente, hanno un impatto sensibile sul paesaggio, la natura e l'ambiente e possono anche influenzare la gestione agricola. "Stiamo parlando di costruzioni illegali", ha sottolineato più volte la ministra del territorio. "Non capisco questo bisogno di proteggere un atto illegale".