Ticino
“Con il 2G si rischia una spaccatura nella società”
Il dottor Francesco Volonté ritiene che la situazione epidemiologica sia in peggioramento, anche se non ancora grave, ma non è entusiasta di un eventuale allargamento del certificato 2G. Paolo Bianchi: “Ospedali pronti ad aumentare posti letto, ma a scapito delle operazioni non urgenti”

Oggi la tendenza sempre essere lievemente migliorata, con 173 contagi che si affiancano a un calo generale dei ricoveri. Ma avevano spaventato ieri i 5 decessi registrati in 48 ore, con più di 400 nuovi casi nello stesso lasso di tempo e più di 10 nuovi ricoveri. Cifre che hanno fatto temere anche per il nostro cantone, finora tra i meno toccati dalla nuova ondata pandemica. Ticinonews ha intervistato il direttore medico della Clinica Sant’Anna, Francesco Volonté, per sapere il suo punto di vista sulla questione: “È una situazione seria, non ancora grave”, ha dichiarato. In ogni caso, si tratta di “una situazione che ci aspettavamo visto il tasso di copertura vaccinale in Ticino e in Svizzera”.

“La copertura vaccinale serve, speriamo eviti un nuovo lockdown”
“La situazione peggiorerà molto probabilmente”, ha però aggiunto il medico. “Il clima, il freddo e i locali chiusi, con le persone che vogliono continuare a socializzare, faranno salire queste cifre. Non è preoccupante, perché del centinaio di persone ricoverate oggi solo 13 sono in cure intense, il che vuol dire che il tasso di vaccinazione permette alla gente di ammalarsi senza andare necessariamente in cure intense”. Per Volonté dunque, “la situazione resta da monitorare, ma per ora rispecchia la strategia adottata”. Infatti, “il tasso di vaccinazione ci permette di non saturare il sistema e di vivere semi-normalmente. Se poi, specie chi non è vaccinato o ha altre problemi, si continuerà a rispettare le solite misure d’igiene, la situazione probabilmente non diventerà preoccupante. Io spero vivamente che non si vada verso un nuovo sovraccarico del sistema sanitario e un nuovo lockdown: sarebbe veramente triste”.

Strategia 2G: “Si rischia di scavare un fossato nella società”
Si prospetta però una possibile nuova strategia del Consiglio federale, come dichiarato anche da Karin Keller-Sutter ieri in un’intervista alla Srf: l’allargamento del requisito del certificato “2G”, concesso a vaccinati e guariti. Bisognerà però dibatterne, in quanto non ci sarebbe ancora una maggioranza decisa nell’esecutivo federale. Intanto, la misura non incontra il favore del dottor Volonté: “È qualcosa di cui si parla molto e che è sicuramente efficace entro certi limiti, ma non mi piace tantissimo - spiega - perché è un’altra misura che rischia di stigmatizzare chi ha fatto scelte diverse, nonché di far sentire una certa pressione che secondo me è controproducente. D’altra parte, c’è comunque gente che deve vivere e che vuole continuare a tenere aperto. Quindi ben venga, ma questa misura non deve stigmatizzare ed enfatizzare un divario che è già stato scavato tantissimo negli ultimi mesi”.

Vittime ancora gli interventi non urgenti
Con il solito ritardo di sette-dieci giorni rispetto all’aumento dei contagi, negli ultimi giorni abbiamo visto un aumento nel ritmo delle ospedalizzazioni e, purtroppo, anche una ripresa nei decessi”. Paolo Bianchi, direttore della Divisione della salute pubblica, ci disegna la situazione che vige attualmente nei reparti Covid delle strutture ospedaliere ticinesi. “Gli ospedali avevano ipotizzato uno scenario che prevedeva fino al 40% dei ricoveri avvenuti durante il picco della prima ondata, quando erano ospedalizzate circa 400 persone”. Questo livello, era stato stimato, avrebbe in particolare garantito lo svolgimento degli interventi non urgenti, rimandati sin troppe volte dall’inizio della pandemia. Ora però, “questo scenario sta raggiungendo i suoi limiti”, spiega Paolo Bianchi. “Gli ospedali sono pronti ad aumentare del 50% i letti per pazienti Covid”, ma, ancora una volta, ciò andrà a scapito degli interventi non urgenti.

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