
A seguito delle decisioni odierne del Consiglio Federale, fra cui l’eliminazione dell’obbligo del telelavoro e delle quarantene in caso di contatto con positivi a partire da domani, non sono mancate le reazioni sia dal mondo dell’economia, in particolare del commercio, sia da quello della sanità anche per la messa in consultazione dell’abrogazione delle altre misure anti-Covid-19 con due diverse varianti, una delle quali prevede il cosiddetto freedom day elvetico già a partire dal 17 febbraio. Entrambi i settori, inoltre, non sono sorpresi per le decisioni che entreranno in vigore domani, in quanto già preannunciate ieri dal Blick.
Settore economico soddisfatto
Luca Albertoni, direttore della Camera di commercio, ha espresso il suo giudizio questa sera durante Ticinonews riguardo le due ipotesi sul tavolo, ritenendo le decisioni prese dal Consiglio Federale “un passo nella giusta direzione” aggiungendo che “c’è un equilibrio da parte del Consiglio Federale”. Riguardo il telelavoro, Albertoni sottolinea come era già stato da loro criticato in precedenza diverse volte, ritenendo l’obbligo “sproporzionato”. Raccomandarlo invece di imporlo sarebbe più giusto viste le diverse situazioni aziendali, dove in generale “l’obbligo di mascherina va bene, rimane una sicurezza in più ancora per qualche tempo per capire come sarà l’evoluzione”. Anche se c’è chi si aspettava maggiori allentamenti, il direttore della Camera di commercio reputa queste decisioni “dei passi importanti”.
Il freedom day piace al commercio
Togliere le limitazioni è l’ipotesi che piace di più al mondo economico. “Se questo sia fattibile o meno ce lo diranno i dati” commenta Albertoni, dicendo che i parametri esposti dalla Confederazione sono sempre stati rispettati, ritenendo giusto procedere per gradi finché i numeri della pandemia non ridurranno il timore generale di una nuova ondata. Rispetto ai precedenti periodi, dove le aperture venivano annunciate a ridosso dell’estate, c’è stato però un cambiamento nelle tempistiche, legato al cambio dei parametri. “Io credo che i parametri siano cambiati in maniera importante. Oggi la Francia doveva decidere su cose molto simili a quelle del Consiglio Federale e fino a poche settimane fa non si parlava di aperture particolari, quindi io credo che di fronte a un cambiamento di parametri, e credo che ci sia perché lo dicono gli esperti, è normale che le tempistiche vengano adatte e se effettivamente ci troviamo davanti a qualcosa di controllabile è giusto non aspettare l’estate.”
Reazione tiepida della sanità
Di fronte alle misure che scatteranno già domani e rispetto alle due ipotesi, la reazione del settore sanitario è stata moderata. Se le decisioni relative alle misure che entreranno in vigore domani non hanno sorpreso il settore sanitario, le due ipotesi, afferma il vice capo area medica dell’Eoc Mattia Lepori, hanno invece sorpreso da un punto di vista sanitario. “Lascia molto perplessi da un punto di vista sanitario l’abbandono della mascherina, in particolare nei luoghi chiusi e nei mezzi di trasporto, ma io mi sono espresso criticamente non tanto sui contenuti, e tanto meno sulla legittimità di quanto deciso, ma sulle argomentazioni che sono state addotte per prendere queste decisioni”. Lepori reputa infatti sbagliato definire la situazione epidemiologica favorevole, così come affermare che c’è una situazione ospedaliera non sotto pressione, “capisco benissimo le esigenze legittime dell’industria e dell’economia e quindi non posso oppormi a questa situazione, ma all’argomentazione posso: si deve avere la trasparenza di dire che sono decisioni prese a favore della società e dell’economia, ma non che sono state prese perché la situazione sanitaria è favorevole”.
“Strutture sanitarie sotto pressione”
I dati degli ultimi giorni mostrano come i numeri della pandemia sembrano essersi cristallizzati, rimanendo perlopiù fermi alla stessa quota, ma Lepori sottolinea di come già in passato aveva annunciato un rischio di crescita dei ricoveri a partire da metà dicembre. “Il 20 dicembre avevamo 100 pazienti, adesso ne abbiamo 183. La crescita è lenta, perciò la percezione di quanto avviene è meno evidente”. Se un anno fa eravamo in una fase di discesa, afferma Lepori, oggi siamo di fronte a una lenta crescita “se prendiamo il numero di persone ricoverate in ospedale in un mese vediamo che è raddoppiato”. Il disagio quotidiano che si vive all’interno delle strutture sanitarie non si vede dai numeri, commenta Lepori, facendo riferimento sia al personale sanitario sia ai pazienti e ai loro famigliari. “È importante sottolineare che se è possibile prendere delle misure a favore dell’economia e a favore della scuola questo è anche possibile, o direi soprattutto possibile, perché dietro c’è un sistema sanitario solido che lavora piuttosto bene in Ticino e che permette malgrado una cifra importante di pazienti ricoverati di non dover dire di essere in sovraccarico, che non si traduce però nel non essere sotto pressione” conclude il vice capo area medica dell’Eoc, aggiungendo che concorda che l’eliminazione delle quarantene porti benefici giustificabili con la facilitazione del lavoro, mentre non vede nessun beneficio a fronte di un rischio maggiore di abbandonare il porto della mascherina sui mezzi pubblici.
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