
Il gruppo MPS-POP-Indipendenti interroga il Consiglio di Stato sull’applicazione delle norme federali, sulla scia di quanto deciso dal Consiglio Federale che, lo scorso mercoledì 13 gennaio 2020, ha imposto l’obbligo del telelavoro in forma generalizzata almeno fino al prossimo 28 febbraio 2020. Contemporaneamente ha messo in atto una serie di protezioni nei confronti dei lavoratori particolarmente a rischio. In particolare, riporta l’Mps: “Qualora per la natura dell’attività ciò sia possibile e attuabile senza un onere sproporzionato, i datori di lavoro provvedono affinché i lavoratori adempiano da casa i loro obblighi lavorativi. Adottano provvedimenti organizzativi e tecnici idonei a tal fine. (Art. 10 cpv 3 Ordinanza sui provvedimenti per combattere l’epidemia di COVID-19 nella situazione particolare) e “Il datore di lavoro permette ai lavoratori particolarmente a rischio di adempiere da casa i loro obblighi lavorativi. Adotta provvedimenti organizzativi e tecnici idonei a tal fine”. (Ordinanza 3 sui provvedimenti per combattere il coronavirus, Art. 27 a cpv 1)
Alla luce di questo obbligo imposto ai datori di lavoro l’Mps chiede al Consiglio di Stato:
1. Che misure organizzative e quali procedure ha messo in atto (intende mettere in atto) alfine di verificare sui posti di lavoro che l’obbligo venga rispettato?
2. Il controllo avviene unicamente tramite personale dell’amministrazione cantonale o si fa capo anche alle organizzazioni sindacali?
3. Quali sono le strutture dell’amministrazione cantonale (e con quanto personale) attive in questo controllo?
4. Dal 18 gennaio al 24 gennaio 2021 quanti sono stati i controlli svolti? Quanti datori di lavoro (con il numero di dipendenti occupati) sono stati controllati? In quali settori?
5. Quante infrazioni sono state riscontrate? Quanti datori di lavoro (con il numero di dipendenti occupati) non hanno rispettato tale obbligo?
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