Ticino
Coltelli tra allievi alle Medie? “Scovati una decina all’anno, ma niente ferimenti”
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Redazione
10 mesi fa
Il Governo ha risposto a un’interrogazione di Tiziano Galeazzi sul possesso di armi tra gli allievi e le misure adottate dal DECS per prevenire casi di violenza a scuola. In un caso, alle scuole medie superiori, un allievo si è recato con il machete a scuola “per mostrarlo ai compagni”.

Su un totale di circa 13mila allievi nelle Scuole Medie in Ticino, ogni anno sono circa una decina quelli trovati in possesso di un'arma bianca. Solitamente si tratta di “coltellini svizzeri”, ma "non si hanno notizie di ferimenti dovuti ad aggressioni all'arma bianca". In rare occasioni queste sono invece state utilizzate “per minacciare compagni di scuola". È quanto sottolinea il Consiglio di Stato rispondendo a un'interrogazione di Tiziano Galeazzi, inoltrata lo scorso 25 aprile dopo che si era verificato un’aggressione nei pressi delle scuole medie di Bellinzona 2. Una 15enne aveva ferito all’addome un 17enne  con un'arma da taglio. Nel caso specifico il Governo precisa che l'accoltellamento è avvenuto "al di fuori della sede, fuori orario scolastico e non ha coinvolto allievi dell'istituto".

Con il machete a scuola

Per quanto riguarda gli altri istituti, nelle scuole medie superiori (6'000 allievi) negli ultimi 3 anni si è registrato un caso di un allievo che ha portato a scuola un machete "per mostrarlo ai compagni". Nelle scuole professionali (oltre 10mila allievi), vi sono stati invece 5 casi in cui gli studenti sono stati segnalati "per aver portato un oggetto pericoloso nello zaino, in particolare coltelli".

Cosa succede agli allievi trovati in possesso di un'arma

Nel caso in cui un allievo venisse trovato in possesso di un'arma, ogni caso viene valutato individualmente, specifica il Governo. "Le misure possono variare a dipendenza dei casi e dell’età degli allievi coinvolti. In genere, l’oggetto viene sequestrato e nei confronti dell’allieva o dell’allievo sono prese misure educative e/o sanzionatorie, ad esempio l’imposizione di lavori socialmente utili o l’attribuzione di sanzioni disciplinari come la sospensione. Parallelamente, la famiglia dell’allieva o dell’allievo è in primo luogo informata e, se necessario, ulteriormente coinvolta nella gestione del caso". In alcuni casi la direzione può ricorrere anche ai servizi della Polizia, richiedendo ad esempio l'attivazione del Gruppo visione giovani per un intervento sulla persona o, se necessario, anche per lo svolgimento di momenti di sensibilizzazione di gruppo.

Le misure adottate in caso di violenza

Per quanto riguarda le misure e le forme di sensibilizzazione promosse dal DECS per contrastare il fenomeno della violenza nella scuola, il Consiglio di Stato precisa che la risposta più efficace consiste nel creare condizioni ottimali per assolvere pienamente al proprio mandato educativo. "Oltre alla a disposizione di adeguate risorse umane e finanziarie, appare centrale la collaborazione tra scuola, famiglie e società civile nel fornire ad allieve e allievi modelli, discorsi e pratiche esemplari, che rinuncino all’impiego della violenza nelle relazioni sociali e nella risoluzione dei conflitti interpersonali o collettivi", conclude il Governo.