
Se finora Hildebrand era sinonimo di Brissago, d’ora in poi lo sarà solo in parte. La clinica, infatti, ha inaugurato ieri il centro ambulatoriale di Lugano, rispondendo a un progetto di lunga durata e a un bisogno di maggiore prossimità con la popolazione. “È da oltre dieci anni che cerchiamo di varcare il Ceneri con diversi progetti che non sono mai andati in porto e adesso abbiamo trovato il luogo ideale. In 13mesi siamo riusciti ad aprire questo ambulatorio", sottolinea il direttore della Clinica Hildebrand Sandro Foiada ai microfoni di Ticinonews. "Purtroppo nel Luganese mancavano delle strutture specialistiche con la nostra qualità, quindi ci siamo spostati verso i pazienti”.
Cosa viene offerto
L'apertura del centro vuole dunque rispondere a un bisogno crescente di riabilitazione dei pazienti. La proposta ambulatoriale vede raggruppati sotto lo stesso tetto figure specialistiche terapeutiche, come la logopedia per adulti e la neuropsicologia, ma anche la fisioterapia ed ergoterapia. Il tutto è supervisionato da un medico riabilitatore. “Il paziente può, nella stessa giornata, sottoporsi a una seduta di neuropsicologia per recuperare dei deficit neuropsicologici e dopo sottoporsi alla fisioterapia o all’ergoterapia per recuperare una disabilità motoria alla mano, piuttosto che della deambulazione", spiega il capo servizio riabilitazione Graziano Ruggieri. "In seguito può tornare a casa con delle indicazioni per fare esercizi autosomministrati”.
A chi sono rivolte le terapie specialistiche
Pensata come una costola della Clinica a Brissago, l’approccio ambulatoriale non è indirizzato unicamente ai pazienti della clinica per continuare il periodo delle cure dopo la degenza. “Il paziente che ha il Parkinson e vive nel Luganese o nel Mendrisiotto può venire qui, senza recarsi a Brissago", spiega ancora Foiada. "Stessa cosa per la sclerosi multipla o l'ictus. Questi sono i pazienti principali, ma tutte le tipologie di pazienti vengono curate qui, anche chi si è operato al ginocchio o all’anca. Vogliamo dare una risposta a chi faceva fatica a trovare delle terapie specialistiche”. Non solo cure, ma anche prevenzione per procrastinare gli effetti negativi delle malattie. “Dopo i 60-70 anni ci sono delle iniziali patologie che possono interferire con le attività di tutti i giorni", sottolinea Ruggieri. "Ecco che si può immaginare l’apporto della medicina riabilitativa preventiva, in modo che si possa differire l’entrata in una condizione di disabilità”.