
Quando un Consigliere federale socialista come Beat Jans – lo stesso che da anni spalanca le porte dell’immigrazione incontrollata – ci viene a raccontare che vuole inserire una “clausola di salvaguardia” per contenere i flussi migratori, è legittimo chiedersi: ci prende per polli? Davvero dovremmo credere che chi ha sempre sabotato qualsiasi forma di controllo migratorio, adesso abbia cambiato idea? O si tratta dell’ennesima trovata per raggirare l’opinione pubblica e facilitare il via libera al nuovo accordo quadro con l’UE?
Solo pochi giorni fa, Jans si è opposto in Consiglio nazionale a una mozione che chiedeva una clausola di salvaguardia per il Ticino, da anni sotto pressione per l’esplosione del frontalierato. Una proposta concreta, ispirata al modello del prof. Ambühl, commissionata dal Cantone stesso.
Ora, all’improvviso, lo stesso Jans si spaccia per promotore di una miracolosa clausola inserita nell’accordo di sottomissione all’UE. Un testo che, ricordiamolo, è la fotocopia dell’accordo quadro precedente, giustamente affossato quattro anni fa perché sacrificava la sovranità svizzera sull’altare delle direttive europee. Adesso il ministro PS vorrebbero farci credere che, grazie a una clausola farraginosa, attivabile solo tramite oscuri comitati misti dominati da Bruxelles, potremo decidere di limitare l’immigrazione? Davvero qualcuno ci crede?
La realtà è che questa “clausola” serve solo a un fine: disinnescare l’iniziativa “No a una Svizzera con 10 milioni di abitanti” e far digerire agli svizzeri un accordo istituzionale che ci legherebbe mani e piedi a Bruxelles.
Intanto, altri Paesi si muovono. In Germania, anche con i socialdemocratici al governo, si blindano le frontiere. In Gran Bretagna, Starmer parla apertamente di contenere l’immigrazione. Ma da noi, chi osa anche solo suggerire misure analoghe è accusato di voler violare Schengen, i diritti umani e forse anche l’equilibrio dell’universo. Jans non vuole limitare nulla: né l’immigrazione dall’UE, né quella clandestina, né il caos asilo.
E non finisce qui: ora si parla anche di un accordo energetico con Bruxelles, che ci renderebbe ancor più dipendenti dall’UE pure sotto questo aspetto. L’ennesima svendita di sovranità mascherata da “collaborazione”.
Lorenzo Quadri, Consigliere nazionale, Lega dei Ticinesi.