Ticino
"Clandestini a scuola? Non è mica il primo caso"
Redazione
11 anni fa
L'Associazione per una scuola pubblica difende il diritto alla scolarizzazione dei due equadoregni. "Il Ticino è sempre stato ospitale"

Anche l'Associazione per una scuola pubblica si inserisce nel dibattito sul diritto alla scolarizzazione o meno dei due bambini equadoregni che da qualche mese vivono nei loro camper a Contone.

Tramite un comunicato stampa firmato dalle copresidenti Katya Cometta e Loredana Schlegel, l'associazione ricorda che di casi simili se ne sono già registrati spesso in passato, senza che nessuno abbia demonizzato i bambini in questione, e chiede quindi di concedere lo stesso trattamento anche ai due piccoli equadoregni.

"La vicenda della scolarizzazione di due bimbi equadoregni nel Comune di Gambarogno pone l’accento sulla necessità di nuovamente riflettere, in Ticino, sul ruolo dell’istruzione" scrive l'Associazione per una scuola pubblica. "La Convenzione per i diritti dell’infanzia, ratificata dalla Svizzera il 24 febbraio 1997, all’art. 28 “riconosce il diritto del fanciullo all’educazione, (…) in base all’uguaglianza delle possibilità”, sostiene “l'insegnamento primario obbligatorio e gratuito per tutti” e chiede che gli Stati si impegnino ad adottare “misure per promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola”. Non solo: chiare, infatti, sono le raccomandazioni della Commissione federale della migrazione e le indicazioni della CDPE, la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione, che vanno nella medesima direzione e propugnano la scolarizzazione anche di bimbi presenti irregolarmente nel nostro Paese. Sono indicazioni e conclusioni che non nascono sotto i cavoli e nemmeno son portate dalle cicogne. Scaturiscono dalla volontà di offrire ad ogni bambino la possibilità di crescere, di apprendere, di integrarsi, di sviluppare le proprie conoscenze e le proprie facoltà, indipendentemente dalle scelte giuste o sbagliate fatte dai loro genitori, dalle contingenze, dalle leggi. Ciò è espressione di uno Stato civile. Inutile nascondersi dietro ad un dito fingendo che i due bimbi equadoregni di Gambarogno siano i primi in questo Cantone a frequentare una scuola comunale pur non essendo in regola con i permessi di soggiorno. Il Ticino è sempre stato un Cantone ospitale, i suoi Comuni lo sono sempre stati, anche quando non vi erano ancora le raccomandazioni della Commissione federale della migrazione e della CDPE. Demonizzare, ora, questo caso come se fosse solo il primo atto di un’invasione barbarica alle porte è avvilente."

"In concreto, il Municipio di Gambarogno si è opportunamente posto il problema della scolarizzazione di due bimbi ecuadoriani che risiedono sul territorio comunale ottenendo sorprendentemente due pareri discordanti in provenienza dalla stessa autorità, quella cantonale, con dapprima un preavviso favorevole dal DECS e, quando già i bambini frequentavano le scuole, una risposta negativa del DI" conclude l'associazione, ribadendo la sua difesa del diritto alla scolarizzazione dei due bimbi che risiedono a Gambarogno "invocando il rispetto del diritto all’istruzione che deve essere garantito indipendentemente dallo statuto dei genitori".

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata