
Vista la decisione del comitato promotore di non ritirare l’iniziativa “Educhiamo i giovani alla cittadinanza (diritti e doveri)”, l’assemblea dell'Associazione ticinese degli insegnanti di storia (ATIS) ha deciso all'unanimità, durante la seduta straordinaria di lunedì 19 giugno a Camignolo, di sostenere il no alla modifica dell’articolo 23a della Legge delle Scuola e all’introduzione dell’articolo 98 nella stessa legge, che saranno oggetto di votazione popolare il prossimo 24 settembre.
L’Atis in una nota sollecita la società civile a intervenire nel pubblico dibattito al suo fianco, per condurre una campagna "in difesa di una scuola pubblica sensibile all’esigenza di formare i propri futuri cittadini in modo equilibrato, critico e consapevole".
Durante l'assemblea i partecipanti hanno ribadito i seguenti argomenti contro il testo di legge che prevede l'insegnamento della civica nelle scuole medie e superiori:
1. L’introduzione di una materia a sé stante scorporata dalla storia (nella scuola media) e frammentata tra le scienze umane (nella scuola media superiore) è inutile per la formazione civica degli studenti, poiché ispirata a un modello di istruzione nozionistica, superato e del tutto inadeguato rispetto alle problematiche e alle sfide del tempo presente. Questa scelta va infatti in controtendenza rispetto a quello che avviene in molti altri cantoni, dove negli ultimi trent'anni si è perlopiù cercato di incorporare l'insegnamento della civica nelle materie umanistiche;
2. La separazione della civica dalla storia o da altre materie umanistiche finirebbe per impoverire queste ultime. Al contempo, la conoscenza delle istituzioni risulterebbe incompleta senza un'adeguata contestualizzazione storica e culturale;
3. La nuova legge rischia di mortificare l'educazione alla cittadinanza (incentrata sulla trasmissione di valori quali l'uguaglianza dei diritti, la tolleranza e il rispetto dell'ambiente), che non sarebbe più svolta come oggi con il concorso di tutti i docenti e di tutte le materie;
4. Nelle scuole medie gli allievi si troverebbero ad avere due materie al posto di una, con un onere raddoppiato in termini di prove scritte e orali.
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