
In alta Leventina cresce il malcontento per le nuove misure viarie adottate lungo l’A2. La chiusura dell’uscita autostradale di Quinto in direzione nord e l’introduzione della corsia preferenziale “Cupra”, pensate da USTRA per alleggerire la pressione del traffico turistico sui centri abitati, hanno ridotto le code sulla cantonale ma, secondo diversi operatori locali, hanno avuto pesanti ricadute economiche. "Verrà fatto qualcosa per correggere una situazione viaria che danneggia una parte importante dell’economia dell’alta Leventina, già particolarmente penalizzata per altri motivi?" Con un’interrogazione depositata ieri al Consiglio di Stato, la granconsigliera del Centro Sabrina Gendotti chiede se il Governo intenda intervenire per correggere una situazione che, stando alle segnalazioni raccolte, sta penalizzando commercianti e albergatori.
Chi non ha la targa TI non passa
Secondo le segnalazioni raccolte dalla deputata del Centro, chi proviene da fuori Cantone o dall’estero non riesce più a uscire a Quinto per fermarsi nei villaggi della valle: i veicoli vengono infatti respinti in autostrada dagli addetti alla sicurezza. Un meccanismo che, nelle intenzioni, dovrebbe ridurre il traffico parassitario, ma che nella pratica sta allontanando visitatori e possibili clienti dalle attività di Piotta, Rodi e dintorni. "Ho ricevuto numerose lamentele – ha spiegato Gendotti al Corriere del Ticino – da parte di esercenti che hanno visto calare drasticamente le soste di passaggio, fondamentali soprattutto nei mesi estivi. Addirittura alcuni turisti con prenotazioni alberghiere sono stati costretti a tornare in autostrada". Anche il titolare di un’enoteca a Piotta conferma al foglio di Muzzano che i clienti abituali non si fermano più come in passato e che alcune prenotazioni alberghiere sono andate perse, segno di un territorio sempre più isolato. Oltre al danno economico, emergono difficoltà di orientamento legate alla corsia “Cupra”, ancora provvisoria. "Oltre a non essere chiaro quanto è aperta, anche se risulta aperta ciò non corrisponde a volte al vero, nel senso che la si può imboccare solo giunti all’area di servizio di Stalvedro. Gli automobilisti si trovano in difficoltà non sapendo se imboccarla o meno", si legge nel testo dell'interrogazione.
L'interrogazione
In relazione ai fatti sopra esposti, si pongono al Consiglio di Stato le seguenti domande:
1. Corrisponde al vero che all’uscita di Quinto (territorio di Varenzo) in direzione Nord, ossia verso il tunnel del San Gottardo rispettivamente verso il passo del San Gottardo, la misura di divieto di uscita continua ad essere applicata per la maggior parte delle ore della giornata, senza una reale necessità?
2. Perché non si permette agli automobilisti con targhe di altri Cantoni o straniere di uscire a Quinto per recarsi presso le varie attività commerciali a comprare, ed esempio, prodotti enogastronomici della zona, oppure recarsi presso albergatori e ristoratori?
3. Perché gli agenti di sicurezza, con un atteggiamento intransigente, impediscono fisicamente l’accesso verso i paesi limitrofi, senza voler ascoltare le motivazioni degli automobilisti?
4. Perché sono comunicate, tramite cartelli elettronici posizionati a Bellinzona e Giornico, informazioni distorte o non corrispondenti al vero riguardo la situazione del traffico?
5. Da un punto di vista sia giuridico che etico è accettabile che un automobilista non abbia la libertà di scegliere come, dove e quando transitare sul territorio svizzero, e in particolare nel nostro Cantone?
6. Perché non è chiaro quando la corsia Cupra è aperta? Perché anche se risulta aperta ciò non corrisponde a volte al vero, nel senso che la si può imboccare solo giunti all’area di servizio di Stalvedro?
7. Si concorda con il fatto che la corsia Cupra è mal segnalata?
8. È intenzione del Consiglio di Stato intervenire, in particolare coinvolgendo USTRA, per correggere questa situazione che danneggia una parte importante dell’economia dell’Alta Leventina, già particolarmente penalizzata per altri motivi?