
A fine anno chiude l'osteria L'Uliatt di Chiasso. Contro la decisione della Fondazione Diamante, proprietaria del locale, è stata lanciata una petizione, i cui primi firmatari sono l'ex sindaco di Chiasso Moreno Colombo e il municipale Stefano Tonini. Nel ristorante, aperto sull'ora di pranzo, lavorano persone con disabilità o con situazioni di difficoltà. Le altre attività del laboratorio "L'idea", di cui l'osteria è parte, rimarranno in funzione. La direttrice della Fondazione, Maria-Luisa Polli, afferma di provare "rincrescimento" per la chiusura dell'osteria, ma giustifica la decisione di chiudere con la "necessità di dare più risorse ai settori dove lavorano più collaboratori a beneficio di prestazioni dell'Ai". A questo proposito, Polli parla di "riorganizzazione del laboratorio 'L'idea', che comprende quattro settori di attività. Oltre all'osteria, sono presenti il lavoro del legno, la fabbricazione di cornici e l'economia domestica". In ogni caso, ribadisce la direttrice, "non si tratta di una riorganizzazione dettata da motivi finanziari".
Altre possibilità
Cosa devono aspettarsi i collaboratori dell'osteria L'Uliatt? "Le quattro persone attive nel ristorante saranno seguite individualmente", assicura Polli. "In seguito, sarà possibile per loro valutare se proseguire il lavoro all'interno degli altri settori del laboratorio 'L'idea' di Chiasso, oppure valutare un trasferimento nelle altre sedi della Fondazione o presso strutture con le quali collaboriamo regolarmente". Dal lavoro in cucina o ai tavoli ad altre attività, quindi. Un'occasione persa, secondo Moreno Colombo, che incontriamo davanti all'osteria. Colombo ricorda l'importanza comunitaria dell'osteria: "Quello nei laboratori è sicuramente un impegno, ma gli utenti della Fondazione rimangono tra di loro. Servire il pranzo o prendere le ordinazioni al tavolo, invece, è qualcosa di diverso: c'è contatto con la gente. Ho sentito persone dire: 'A me questi ragazzi riempiono il cuore'".