Ticino
Chiusura della SPS di Bedano, "l'azienda si assuma le sue responsabilità"
Redazione
8 mesi fa
I sindacati insorgono e chiedono che venga rispettato il contratto collettivo. Frieden (Transfair): "Occorre trovare soluzioni che vadano oltre il CCL".

È dal 2022 che SPS non può più usare il suo nome originale, Swiss Post Solutions, ovvero da quando la Posta ha venduto l’azienda a un investitore straniero.  Tuttavia, ricordare l’antica denominazione spiega meglio l’origine di questa ditta e permette di comprendere di cosa si occupi. La SPS era stata creata dalla Posta per offrire vari servizi alle aziende. Dalla gestione di documenti, alla stampa e invio di fatture, estratti conto e altro. In definitiva, spesso quando si riceve una fattura da una cassa malati o un documento dalla propria banca, può darsi che non sia la ditta stessa a compilarlo, stamparlo e spedirlo, bensì SPS o un’azienda simile. Il pacchetto di servizi in outsourcing per imprese si è poi allargato nel tempo arrivando a impiegare quasi 8mila persone in venti paesi.

Una delle tre sedi svizzere è a Bedano, ma la disdetta del contratto di locazione ha spinto l’azienda a deciderne la chiusura, con il rischio che 17 persone perdano il loro impiego. “I posti di lavoro vanno mantenuti con tutte le opportunità che ci possono essere”, afferma a Ticinonews Diego Frieden, segretario centrale di Transfair. “L’azienda ha già detto che ci sono altre possibilità di impiego, ma sono oltre Gottardo e sappiamo che non è realistico che 17 persone accettino di lavorare nei cantoni Soletta e Zurigo”.

Una serie di cambiamenti

Quando nel 2021 è stata annunciata la vendita dell’azienda, vi era già il timore che la strategia dei nuovi proprietari potesse essere più aggressiva rispetto a quella di un’ex regia federale. “Ha conosciuto vari cambiamenti e ora, dopo una fase di acquisiti e ristrutturazione, tocca purtroppo anche alla sede di Bedano”, precisa Frieden.

"SPS si faccia carico delle sue responsabilità"

I sindacati, però, chiedono venga rispettato il contratto collettivo e che si faccia anche di più. “Se delle persone accetteranno un lavoro oltre Gottardo bene, ma sappiamo che non sarà la maggioranza", prosegue Frieden. Il CCL prevede una disposizione per proteggere i dipendenti che hanno già 55 anni e 15 anni di servizio, ma solo poche delle 17 persone in questione vengono toccate da tale misura". Ciò significa "che vanno trovate soluzioni che vadano oltre il CCL e noi ci aspettiamo disponibilità da SPS, in quanto partner sociale, di discutere di queste misure di accompagnamento. SPS ha queste responsabilità e noi speriamo se ne faccia carico”.