
Si è parlato a lungo in questi giorni della questione relativa alla mancanza delle materie prime e, addirittura, del possibile rischio della chiusura dei cantieri. Ma com’è realmente la situazione attuale? “È difficile ma, ci tengo a sottolineare, non è paragonabile a quella che abbiamo visto in Ucraina. Bisogna sempre relativizzare il tutto”, dice a Ticinonews Gian-Luca Lardi, presidente della Società Svizzera Impresari Costruttori (Ssic). “Abbiamo avuto dei forti aumenti dei materiali, in particolare acciaio e materiali che provengono dal grezzo, e questo ha causato ai nostri associati un costo aggiuntivo, che si trovano adesso a dover gestire”. Finora il caso peggiore, ossia la chiusura di cantieri per penuria di materiale “lo consociamo solo su singoli, pochi cantieri a livello svizzero. È uno scenario che non si è rivelato su larga scala”.
Monitoraggio costante
Come detto, al momento non stiamo assistendo a una mancanza fisica del materiale. “Si tratta di un rischio che non può essere escluso, ma è abbastanza ipotetico”, precisa Lardi. “Noi comunque osserviamo la situazione costantemente. Abbiamo anche fondato una task force che si occupa di monitorare lo sviluppo non soltanto a livello nazionale, ma anche le forniture a livello europeo, e per il momento non vediamo il rischio effettivo che nei prossimi mesi ci sia una penuria importante di materiale che possa influire su tutto il settore”.
Un periodo non facile
Prima la pandemia, adesso la guerra. Il momento attuale presenta diverse sfide alle quali è necessario farsi trovare pronti... “La strategia che abbiamo scelto noi come società impresaria è quella di prepararci anche per i casi peggiori. L’abbiamo fatto con l’arrivo della pandemia e siamo riusciti a tenere aperti la stragrande maggioranza dei cantieri in Svizzera”. Questo “ci ha permesso anche di salvaguardare tanti posti di lavoro e di avere una continuità sui nostri cantieri. Quando poi nel 2021 i committenti hanno riacquisito fiducia e hanno accelerato i lavori, siamo anche stati in grado di far fronte a questa domanda da parte dei nostri clienti”. Ora invece “lo scenario che stiamo preparando, anche se come dicevo è poco realistico, è quello di come affrontare una chiusura dei cantieri se questa dovesse realizzarsi, con tutte le conseguenze del caso: cosa fare con le lavoratrici e i lavoratori, come possiamo dare continuità alle imprese, rispettivamente come possiamo tenere in vita un settore se questo dovesse essere bloccato da penuria di materiali”.
Il ruolo del genio civile
C’è invece il rischio di un “freno” per quanto riguarda le strutture abitative? “Io penso che il rischio sia più dovuto agli sviluppi dei tassi ipotecari che non all’aumento dei prezzi dei materiali”. Evidentemente “si dovrà monitorare nei prossimi mesi come si svilupperanno i tassi ipotecari, considerando anche il rincaro al quale stiamo assistendo, in particolare negli Stati Uniti e in Europa. Io credo che saranno questi i costi aggiuntivi che un privato dovrà affrontare”. Inoltre, non bisogna dimenticare “che il nostro settore si compone di circa 50% di edilizia, che sono 10 miliardi annui, e altri 10 miliardi di genio civile. Nel genio civile constatiamo una costante necessità di ammodernamento e risanamento dell’infrastruttura, e questo ci aiuta a compensare eventuali anche piccoli indietreggiamenti del volume sull’edilizia”, conclude Lardi.
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata