Reati digitali
Chiuso il sito "Phica.net", le vie legali per le vittime
©Gabriele Putzu
©Gabriele Putzu
Redazione
3 giorni fa
Foto di donne rubate e commentate in modo denigratorio. Questo e non solo conteneva il sito italiano “Phica.net”, chiuso da giovedì. All’interno della piattaforma anche una sezione dedicata alle ragazze ticinesi. Ci siamo recati da un legale per capire cosa possono fare le vittime.

“Il sito è stato chiuso”. Questo è l’avviso che si trova oggi se si tenta di aprire “Phica.net”, il forum italiano che fino a giovedì radunava migliaia di utenti che condividevano foto di donne e ragazze senza il loro consenso e le commentavano in modi denigratori. La piattaforma è stata resa inaccessibile dagli amministratori dopo lungo tempo (esisteva dal 2005) e dopo la chiusura di un gruppo Facebook con scopi simili.

Nessuna querela alla polizia cantonale

 Alla polizia cantonale, da noi contattata, non risultano querele o denunce. Ma, come riportato da alcuni media ticinesi, in questo sito c’era un’intera sezione dedicata al nostro cantone. L’avvocato Christopher Jackson ci aiuta a capire come possono difendersi le vittime: “A livello di diritto civile si può chiedere a un giudice di ordinare la rimozione di questi contenuti dal sito o di bloccarne la diffusione. Ma, a posteriori, questo risulta complicato e dispendioso”. C’è anche la strada del diritto penale, afferma Jackson. Quest’ultima permette di denunciare qua in Svizzera chi gestiva questo sito, ma anche “persone che hanno caricato questo tipo di immagini, soprattutto se risiedono nella Confederazione”.

Casistiche diverse, reati diversi

Le casistiche però sono molto differenti tra loro. “La Stampa” è riuscita a esplorare il sito prima che i contenuti venissero rimossi. Erano presenti scatti intimi, ma anche foto che ritraevano momenti della vita quotidiana. Le immagini venivano prese dai social o realizzate di nascosto dagli iscritti. Ad esempio, il foglio di Torino riporta di aver trovato una semplice foto di una ragazza seduta al bar e sotto, immancabilmente, commenti degradanti. "Se si tratta di foto sottratte o scattate all’interno dell’ambiente domestico (e normalmente sottratto agli occhi del pubblico) si potrebbe verificare il reato della violazione della sfera segreta o privata mediante uso di apparecchi di presa d’immagine”, spiega Jackson. Reato che, ricorda l'avvocato, nei casi gravi prevede pene fino a 3 anni detenzione. Invece, nel caso di furto di immagine o di un loro uso improprio si può ipotizzare il reato di diffamazione. “In ogni caso, una lesione della personalità che può dare diritto a un risarcimento”.

L'uso dell'intelligenza artificiale

Alcune vittime, inoltre, sono state denudate utilizzando l’intelligenza artificiale. Anche questo può rappresentare un reato di diffamazione laddove “una foto che non ha una connotazione sessuale va poi rielaborata per raffigurare qualcosa che inizialmente non c’era”. Dal punto di vista civilistico della lesione della personalità, ciò “è ancora di più costitutivo di un illecito”.

I consigli della polizia cantonale

Intanto, le forze dell’ordine raccomandano prudenza nel divulgare le proprie immagini. Nel caso si verificasse una simile situazione, la polizia invita a raccogliere prove, richiedere la rimozione dei contenuti denigratori e, se non ci fosse soluzione, inoltrare una querela. Infatti, non si tratta di reati per cui è prevista l’apertura di un’inchiesta d’ufficio.