
È ripreso questa mattina il processo a Pasquale e Mirko Ignorato, padre e figlio accusati di aver intenzionalmente ucciso il 27 novembre del 2015 Angelo Falconi. La procuratrice pubblica Marisa Alfier ha ripreso la sua requisitoria, interrotta ieri sera, per parlare della fuga dei due a Napoli. Una fuga - ha detto la pp - “che è servita” visto che ha rallentato la raccolta di informazioni nell’ambito della rogatoria internazionale. Nonostante l’arresto immediato delle forze italiane, ci sono stati diversi ostacoli per reperire prove. “Per colpa della fuga, non abbiamo quasi nessuna prova concreta”, ha sottolineato la procuratrice. “I vestiti ci sono stati riconsegnati tempo dopo senza traccia alcuna di sangue, prelievi sotto le unghie sono stati fatti solo in febbraio, poco prima che venissero riconsegnati alla Svizzera”. Alcuni elementi non sono neanche arrivati alle autorità inquirenti, come i due cellulari sequestrati in Italia.
L’accusa
La pp ha poi insistito sulla premeditazione dei fatti, mostrando come sin dal primo momento dopo l’uccisione di Falcone si è cominciato “a costruire la storiella che Mirko non c’entra a nulla e che si trovava lì per caso”. La requisitoria si è conclusa con le richieste di pena: 19 anni per Pasquale e 16 anni e 6 mesi per Mirko, entrambi per assassinio.
La difesa
La difesa di Pasquale Ignorato ha chiesto che al suo assistito non venga inflitta una pena superiore ai nove anni. Per il figlio Mirko è stato chiesto il proscioglimento da tutti i capi di accusa. Se invece la corte dovesse decidere per la condanna, il legale del giovane ha chiesto che la pena massima non superi i giorni di carcere già scontati.
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