Ticino
“Chiedere aiuto non è un segno di debolezza”
Redazione
5 anni fa
Lo psicoterapeuta Lorenzo Pezzoli sulla condizione psicologica causata dalla pandemia. “La sensazione di solitudine può esacerbare la situazione in cui si vive”

Il coronavirus colpisce anche la psiche. Da inizio della pandemia sono diverse le persone che hanno contattato l’hotline di sostegno piscologico messo a disposizione dal Cantone. A confermalo ieri in conferenza stampa è stata la coordinatrice della task force psicologica Covid-19 Maria Chiara Ferrazzo Arcidiacono.

Misure che cambiano ogni settimana, informazioni, disinformazione, solitudine, stress, nervosismo, turni di lavoro molto faticosi o perdita del lavoro. Alcune dei tantissimi eventi che destabilizzano la serenità delle persone. I colleghi di Teleticino ne hanno parlato con Lorenzo Pezzoli, psicoterapeuta e membro della Task Force psicologica Covid-19.

Sul finire di questo anno, quali sono i problemi principali che emergono?
“La fotografia più precisa è quella dell’UFSP. La popolazione è vero che gode di buona salute ma si delineano tre scenari che meritano attenzione. All’interno di una popolazione che ha tenuto l’urto della pandemia c’è un 5-7% che ha manifestato una forte sofferenza a livello psicologico, una persona su otto manifesta una particolare stanchezza da questa condizione e c’è stata un’oscillazione sulla sensazione di solitudine. Quest’ultima è importante: salita all’8% durante il primo lockdown, scesa al 3% durante l’estate è subito ritornata al 7%. A livello psicologico siamo comunque soggetti che hanno impatti diversi e a determinare l’impatto sono determinanti le condizioni in cui viviamo”.

Come facciamo a capire che abbiamo bisogno di aiuto?
“Il bisogno di aiuto è determinato dalla percezione che ha la persona della condizione. Ci sono alcune variabili come il sonno, stati d’ansia, un nervosismo crescente, fluttuazioni dello stato d’animo o la stanchezza cronica. Questi sono tutti segnali d’allarme ma forse ce n’è uno in particolare: la solitudine e il senso di isolamento che possono esacerbare la situazione in cui vivono le persone”.

L’età media che hanno contattato l’hotline cantonale si è abbassata rispetto alla prima ondata. Cosa vuol dire?
“Vuol dire che l’estensione della richiesta d’aiuto e del bisogno di essere supportati inizia a incidere su una fascia meno sensibile alla richiesta d’aiuto. La richiesta d’aiuto non è un segno di fragilità o debolezza, è importante sottolineare come sia importante chiedere aiuto. È darsi la possibilità di affrontare meglio la situazione di crisi. Non serve solo nel momento in cui lo si chiede, ma è un atto preventivo per il futuro”.

L’intervista completa

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