
Il caso Zanini è finito ieri sul tavolo del Consiglio di amministrazione di AGE SA, l'azienda municipalizzata di Chiasso.
Claudio Zanini, nei cui confronti è stata aperta un'inchiesta a Ginevra per una presunta mazzetta da 180'000 franchi, è infatti il presidente di una società partecipata da AGE, la AGERE SA.
Visti i sospetti provenienti da Ginevra, il Cda di AGE voleva dapprima capire se l'AGERE fosse coinvolta in qualche modo nell'inchiesta e poi valutare quale posizione prendere nei confronti di Zanini.
Ieri quindi la presidente del CdA Roberta Pantani Tettamanti, il vicepresidente Stefano Camponovo e i membri Claudio Alfieri, Bruno Arrigoni, Moreno Colombo, Mauro Lancianesi e Patrizia Pintus, si sono riuniti per decidere il da farsi.
Ebbene, tutto resta com'è. Nessuno, a quanto pare, avrebbe richiesto un passo indietro da parte di Zanini. A fine riunione Roberta Pantani Tettamanti ha spiegato al Corriere del Ticino che "è emerso che l'inchiesta non riguarda in alcun modo AGERE e le sue attività. La questione è di esclusiva competenza e responsabilità di Zanini e riguarda le sue funzioni in altre aziende. Per noi la questione è chiusa qui, i nostri rapporti rimangono inalterati. Non ci sostituiamo alla magistratura, a dipendenza delle decisioni che prenderà vedremo come muoverci."
L'AGE, in ogni caso, non è l'unica azienda ad essersi interrogata sui propri rapporti con Zanini. Anche le FFS, scrive il CdT, hanno preteso chiarimenti da AGERE una volta appreso dell'inchiesta ginevrina a carico di Zanini. La regia federale, infatti, sta lavorando con la società di Zanini alla realizzazione nel Mendrisiotto del secondo più grande impianto fotovoltaico della Svizzera. Sembra che per proseguire il progetto, le FFS abbiano richiesto di avere come interlocutore unico il direttore di AGE Corrado Noseda.
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