
"A noi, come a tanti altri cittadini, piace vivere nella 'Lampedusa' del Ticino". Ai giovani consiglieri comunali chiassesi non sono andate giù le parole spese da Marco Chiesa, consigliere agli stati ticinese e presidente dell'Udc nazionale, durante l'Elefantenrunde della SRF, in cui il senatore ha affermato che "nessuno vorrebbe, oggi, vivere ed abitare a Chiasso". Così Christian Bruccoleri e Gabriele Medici(Plr), Amedeo Mapelli (Il Centro), Kavashar Ratnam e Yuri Bedulli (Unità di sinistra-I Verdi-Indipendenti) hanno preso carta e penna scrivendogli una lettera aperta intitolata: “Lampedusa della Svizzera,” pubblicità negativa contro il Comune di Chiasso e razzismo.
"Servono soluzioni, non cattiva pubblicità"
Nella missiva, si legge, i cinque giovani affermano di "essere ben consci che ci siano diversi seri problemi da risolvere a Chiasso, anche e soprattutto in merito alla questione della migrazione e dell’asilo. Siamo i primi ad ammettere e riconoscere, che la politica del nostro Comune, Cantone e della nostra Confederazione dovrebbe fare di più per Chiasso. Tuttavia, fatichiamo grandemente ad accettare che chi come Lei, in primis – in qualità di rappresentante eletto a livello federale – dovrebbe fare gli interessi di tutto il nostro Cantone e conseguentemente anche della nostra Cittadina, si esprima in questo modo. Soprattutto ci preoccupiamo grandemente del fatto che a dichiarazioni come le Sue, seguano degli episodi di razzismo orripilante, come l’immagine riportata nelle nostre premesse". Il riferimento è a una foto -allegata alla lettera- in cui appare un bambino di carnagione chiara in mezzo ad un gruppo con carnagione scura e la scritta "quando sei uno svizzero a Chiasso".
"I problemi vanno risolti senza sensazionalismi"
A Chiasso, continua la lettera, "la gente vive e può vivere anche molto bene! Se ci sono problemi (e ci sono!), gradiremmo risolverli insieme e su tutti i livelli in cui la politica ce lo permette. Questo, però, crediamo che sia meglio farlo senza sensazionalismi e senza affermazioni, che mi permetta, oltre ad essere di cattivo gusto non aiutano a risolvere la situazione. Anzi, fomentano un becero razzismo che nessuno di noi vuole nel nostro Comune o nei confronti del nostro Comune. Pertanto, la invitiamo davvero a venire nella nostra cittadina per collaborare ad una soluzione concreta a questa crisi, piuttosto che contribuire alla pubblicità negativa nei confronti di Chiasso. Chiasso c’è e vuole vivere bene – senza inutili pubblicità negative, soprattutto da parte di chi ci dovrebbe rappresentare nelle istituzioni federali".