
Nel corso di un controllo doganale, i funzionari dell'Ufficio delle Dogane in servizio a Ponte Chiasso hanno sequestrato, in collaborazione con militari della Guardia di Finanza, gioielli, abiti e accessori per un valore di 455.000 euro. La merce è stata trovata nel bagaglio di un auto con a bordo cinque cittadini cinesi, che stava entrando in Italia dalla Svizzera. Poco prima, la stessa merce era stata presentata dagli stessi cittadini cinesi all'Ufficio viaggiatori di Chiasso-Brogeda, in uscita dall'Italia, e aveva ottenuto la vidimazione delle fatture tax free, in quanto dichiarata come destinata a Hong Kong con volo diretto da Ginevra. Ma poco dopo i cinque cinesi hanno provato a rientrare in Italia, omettendo stavolta di dichiarare la merce, al fine di non ripagare l'IVA. Dato il mancato annuncio alla dogana italiana, la merce è stata quindi sequestrata e gli autori dell'illecito sono stati denunciati alla competente Procura della Repubblica. Si sospetta una "truffa dell'IVA"."È un diritto richiedere il rimborso dell’IVA" afferma il portavoce delle Guardie di confine, Davide Bassi. "Sono numerose le persone che si fanno restituire l'IVA in Svizzera ma poi alcune cercano di non pagarla in Italia, o viceversa. Noi emettiamo ogni giorno una quindicina di sanzioni per questo tipo di infrazione. In genere si tratta di merci dal valore intorno al migliaio di franchi, ma ci sono anche casi più eclatanti." La multa, in questi casi, ammonta al doppio del valore dell'IVA o del dazio eluso. Il triplo se si tratta di superalcolici. Curioso, però, il fatto che i cinque cinesi si siano fatti rimborsare l'IVA italiana per poi tornare in Italia. Due le ipotesi: o si tratta di un gesto volontario al fine di eludere l'IVA oppure di una semplice visita al FoxTown unita a una scarsa conoscenza delle norme che regolano il transito tra Italia e Svizzera.
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