
Ci si aspettava grandi nomi come Olaf Scholz, Emmanuel Macron, Boris Johnson o Anthony Blinken. Ma la lista delle persone che giungeranno a Lugano per la conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina è un po’ diversa rispetto alle iniziali aspettative. Cionondimeno gli organizzatori si sono detti soddisfatti per i numeri e la rappresentatività delle delegazioni. “Se facciamo un confronto con le edizioni URC precedenti, nonostante si siano svolte in un contesto e con temi diversi, raggiungiamo numeri record”, ha sottolineato negli scorsi giorni Térence Billeter, capo della Task Force per la conferenza di Lugano, in occasione del punto stampa organizzato a Berna.
Sulle rive del Ceresio sono attese 52 delegazioni, 8 capi di Stato (inclusi quelli di Repubblica Ceca, Lituania e Polonia) e almeno una quindicina di ministri. A fare gli onori di casa sarà il presidente della Confederazione Ignazio Cassis, mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si collegherà via video da Kiev. La delegazione ucraina sarà guidata dal primo ministro Denys Shmyhal ed è atterrata ieri pomeriggio all’aeroporto di Agno, dove è stata accolta da Cassis, dal sindaco di Lugano Michele Foletti e dal presidente del Consiglio di Stato Claudio Zali.
Confermata inoltre la presenza della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che prenderà parola lunedì pomeriggio in apertura della conferenza. A rappresentare la Svizzera, oltre a Cassis, la consigliera federale Simonetta Sommaruga e la presidente del Consiglio Nazionale Irene Kälin.
Oltre alle delegazioni internazionali, sono attesi anche rappresentanti del settore privato e della società civile. In totale oltre un migliaio di partecipanti di alto livello sono attesi a Lugano. Come nelle precedenti conferenze sulla riforma dell’Ucraina, non è stato invitato nessun rappresentante della Russia.
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