Ticino
Checkpoint Covid, Berna chiude il contenzioso con l'Ordine dei medici del Ticino
©Chiara Zocchetti
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Redazione
2 giorni fa
L’Ufficio federale della sanità pubblica archivia la richiesta di rimborso da 222'600 franchi dopo aver verificato la correttezza delle fatturazioni nei Checkpoint Covid allestiti in Ticino.

Cala il sipario su una vertenza scoppiata nel 2023 tra l'Ufficio federale di sanità pubblica (UFPS) e l'Ordine dei Medici del Canton Ticino (OMCT). Dopo maggiori approfondimenti, Berna ha infatti deciso di rinunciare alla richiesta di rimborso di 220mila franchi in merito alla presunta fatturazione eccessiva del colloquio medico-paziente nei Checkpoint Covid-19 (CP) allestiti tra gli anni 2020 e 2022 per effettuare tamponi. Lo riferisce lo stesso OMCT, aggiungendo che sono pure arrivate parole di sostegno da parte della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, capo del Dipartimento federale dell'interno, per l'impegno profuso dal Ticino durante gli anni della pandemia.

La vertenza

Il contezioso, ricorda l'OMCT in una nota odierna, risale al 2023. L'UFSP aveva sostenuto di aver rilevato una percentuale anomala di prestazioni tariffate con il codice Tarmed, e non rimborsata automaticamente sotto l’Ordinanza COVID-19, per il “colloquio medico-paziente dettagliato” nei cinque Checkpoint gestiti dall’OMCT: in oltre il 60% dei casi, secondo l’Ufficio federale, sarebbe stato applicato in modo ingiustificato. Questo aveva portato all’invio di una fattura da 222'600 franchi, somma che l’OMCT avrebbe dovuto restituire.

La posizione dell'OMCT

L'OMCT aveva fin da subito contestato la pretesa di rimborso, sottolineando che ha organizzato l'attività di cinque Check point Covid "nel rispetto delle numerose risoluzioni governative che il Consiglio di Stato ha approvato nel corso delle diverse fasi pandemiche negli anni 2020/2022". La pratica di effettuare tamponi presso questi cinque punti, ricorda l'OMCT, era voluta per alleggerire gli studi medici e i pronto soccorso degli ospedali regionali. Ogni checkpoint disponeva di un referente medico responsabile, che effettuava un colloquio dettagliato con ogni paziente che si è presentato al CP prima di determinare la necessità del test. I CP funzionavano come veri e propri studi medici dislocati, riconosciuti anche dalla SASIS con l’attribuzione di un numero di concordato. Il compenso per ogni prestazione era conforme all’Ordinanza 3 (prima 50, poi 47.50 franchi) adeguato in funzione dei cambiamenti di tariffa decisi a livello federale. Il Cantone ha coperto i costi strutturali e logistici, mentre l’OMCT si è fatto carico delle spese per igiene, amministrazione e personale.

La verifica

Solo a fine gennaio 2024, l’UFSP ha accettato di verificare un campione di casi relativi al CP di Mendrisio, ritenendolo poi rappresentativo anche per gli altri quattro CP. Il 31 marzo 2025 l'OMCT ha quindi eseguito una verifica lampo su 30 cartelle cliniche tra quasi 6000. "Ricevuti i numeri dei 30 casi fatturati dalla Cassa dei medici, l’OMCT ha dovuto risalire alla fattura, ricercare nel proprio archivio cartaceo la cartella del paziente (più di 50'000 quelle per tutti i CP), abbinarla alla fattura, anonimizzare la cartella del paziente, trasformarla in documento digitale, per poi spedire il tutto all’UFSP entro il termine di 5 ore di tempo (10 minuti per fattura) concesso eccezionalmente per svolgere la verifica, al posto delle sole 2 ore imposte per questo tipo di ispezione".

La lettera dell'UFSP

La verifica ha avuto esito positivo e l’UFSP ha confermato la rinuncia alla richiesta di rimborso, chiudendo definitivamente il caso. Il 1° maggio 2025, con una lettera ufficiale, l’UFSP ha ringraziato l’OMCT “per l’instancabile impegno profuso durante la pandemia, nonostante le circostanze difficili”.