Ticino
“Che fretta c’era a togliere le misure?”
Redazione
3 anni fa
Il medico Christian Garzoni non è soddisfatto della decisione del Governo di abolire tutte le misure anti-Covid. “Sono stupito in negativo, e non è la prima volta”

Berna ha deciso. Da domani tutte le misure anti-Covid non saranno più in vigore. Ciò vuol dire che non sarà più obbligatorio indossare la mascherina sui mezzi pubblici, negli ospedali o dal medico e cadrà anche la regola dell’isolamento per le persone risultate positive. In Ticino sia la politica che il mondo sanitario si sono divisi sulle decisioni del Consiglio federale. Tra gli esperti scettici anche il direttore sanitario della Clinica Moncucco, Christian Garzoni, il quale consiglia continuare ad adottare le misure di protezione che abbiamo imparato a conoscere durante questi anni di pandemia.

“Stupito negativamente”
“Durante questa pandemia mi sono stupito negativamente più volte dal Consiglio federale e mi è capitato anche questa volta”, sottolinea. “Berna apre completamente levando delle misure che non vanno a inficiare la libertà di nessuno, erano misure utili come quella dell’isolamento”, ha detto senza mezzi termini il medico. Insomma, per Garzoni non sono chiari i motivi. “Perché farlo oggi in una situazione di quasi normalità, con tanti ammalati, morti e ospedali occupati?”.

“Spostare le decisione più avanti”
Sarebbe stato necessario – spiega Garzoni – “spostare di qualche settimana più in là la decisione. Le persone andranno in giro con o senza sintomi a impestare gli altri”. I contagi in Ticino ci sono e in ospedale nelle ultime tre settimane ci sono sempre stati più di cento persone ricoverate. “Abbiamo temuto di aver un’ondata nell’ondata”, confessa Garzoni. E questo “la politica federale lo deve prendere in conto”. Negli ospedali oggi arrivano “le persone fragili (sistema immunitario debole o grandi anziani) e “queste persone non sono più protette dalla società perché non c’è più alcuna misura che blocchi la trasmissione del virus”.

E le persone fragili?
Da inizio della pandemia l’idea del Consiglio federale è sempre sembrata quella di arrivare alla cosiddetta “immunità di gregge”. “Con Omicron, per la persona sana era un buon momento per ammalarsi, ma la popolazione è fatta anche di persone fragili”, sottolinea ancora Garzoni. Non si può – quindi – “far circolare il Covid senza troppe preoccupazioni”. La società “è fatta anche di persone sensibili” che devono far attenzione e “devono avere il rispetto delle altre”. I danni di queste malattie si sono visti – conclude Garzoni – “e non è un banale influenza per le persone a rischio”.

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