
"Indennità per lavoro ridotto (ILR), ma cosa succede? Tante o forse troppe decisioni negative preoccupano!": è il titolo dell'interrogazione presentata dai deputati del Centro - Claudio Isabella, Giovanni Capoferri e Sara Demir - lo scorso giovedì al Consiglio di Stato del Canton Ticino. Come ricordano i parlamentari, la ILR è da sempre state uno strumento valido ed efficace per le aziende in difficoltà, ma che non vogliono tagliare posti di lavoro. E durante la pandemia di Covid, questo generoso "ammortizzatore sociale" si è rivelato ancora più fondamentale nel salvaguardare gli impieghi di numerose società del territorio, che senza non sarebbero riuscite a sopravvivere. Questo anche grazie alla competenza e alla rapidità degli Uffici del lavoro e delle casse di disoccupazione nel prendere delle decisioni e nel concedere le indennità.
Regole più rigide e lunghi tempi d'attesa
Dopo la fine delle difficoltà legate alla pandemia, le richieste di ILR sono diminuite significativamente. In parte perché le aziende hanno ripreso il ritmo delle proprie attività, ma in parte perché alcune società "non hanno potuto contare su questo ammortizzatore a causa di un presunto irrigidimento nell’applicazione delle disposizioni della LADI (Legge sull'assicurazione contro la disoccupazione)", scrivono i granconsiglieri. Inoltre le aziende a cui è concesso l'aiuto si devono confrontare con dei lunghissimi tempi di attesa.
"È importante promuovere il dialogo"
Le tempistiche però dovrebbero essere brevi, affermano i parlamentari. Anzi, stando alla Segreteria di Stato dell'Economica (SECO), "il servizio cantonale emana la sua decisione entro dieci giorni dal termine di preannuncio", se il modulo della richiesta è debitamente compilato e il servizio cantonale non necessita di ulteriori documenti. A scanso di problemi e sprechi di tempo, "è di fondamentale importanza promuovere la discussione e il dialogo, considerando la crucialità delle nostre aziende e dei loro posti di lavoro per la ricchezza dello Stato", sostengono Isabella, Capoferri e Demir.
Le domande
Per queste ragioni, i deputati del Centro pongono all'Esecutivo ticinese le seguenti domande:
- 1. Corrisponde al vero che vi è stato un inasprimento nella concessione ad aziende del lavoro ridotto? Nel caso affermativo, la scelta è di competenza cantonale o federale?
- 2. Sempre in caso affermativo, quali sono le motivazioni e cosa è cambiato nel dettaglio?
- 3. Quante sono state le richieste di ILR presentate negli anni 2023 e 2024 (fino ad oggi)? E quante di queste sono state accolte favorevolmente? Rispettivamente quante richieste erano state fatte negli anni precedenti al Covid (2018 e 2019) e quante sono state accolte?
- 4. Corrisponde al vero che il dialogo tra privato e ufficio preposto viene di regola negato?
- 5. Corrisponde al vero che da parte dell'amministrazione cantonale vi siano state delle risposte tardive ad aziende che necessitavano di far capo alle indennità per lavoro ridotto?
- 6. In quanti casi la risposta dell'amministrazione cantonale è avvenuta oltre il termine, indicato dalla SECO, di 10 giorni?
- 7. Qual è la tempistica media nell'evasione delle domande?