
Il Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (DECS) ha reagito al caso dell’ex direttore della scuola media del Luganese condannato lo scorso febbraio a tre anni, di cui sei mesi da espiare, per aver avuto una relazione con un’allieva e palpeggiato un’altra. Lo ha fatto approvando le nuove direttive sull’uso dei social media da parte dei docenti, che entreranno in vigore il prossimo 17 aprile. È quanto si evince dalla risposta governativa all’interrogazione del deputato leghista Massimiliano Robbiani che, il 3 marzo, chiedeva al Consiglio di Stato cosa avesse cambiato il DECS a seguito del caso del 39enne che nel corso della sua abilitazione all’insegnamento (anno scolastico 2017/18) creò un gruppo WhatsApp con gli allievi.
L’uso di WhatsApp durante l’abilitazione
“Durante il lavoro di diploma l’allora docente decise di usare l’applicazione malgrado lo stesso fosse sconsigliato dalle raccomandazioni ufficiali”, scrive il governo. Un utilizzo “che purtroppo non è stato rilevato come un problema né dal Dipartimento Formazione e Apprendimento (DFA) della SUPSI (ex scuola magistrale) né dall’allora direzione della scuola media”.
Le nuove direttive
A seguito di quanto accaduto con la vicenda dell’ex direttore il DECS ha deciso modificare le raccomandazioni sull’uso dei social media nella scuola risalenti al 2015 con delle direttive dipartimentali che, come detto, entreranno in vigore il 17 aprile. Queste dividono l’uso dei social media in tre categorie: didattico-pedagogico, professionale e privato. Nella prima i docenti “sono tenuti ad utilizzare gli ambienti virtuali messi a disposizione dal DECS”, mentre l’utilizzo di altre piattaforme “è consentito solo dopo l’approvazione definitiva”. Per comunicare con gli allievi l’uso di applicazioni come WhatsApp è permesso “unicamente se i limiti d’età della piattaforma o del sistema di comunicazione usato non sono violati e solo per la trasmissione di informazioni organizzative puntuali, a condizione che ne sia informata la direzione scolastica”. Per quanto riguarda l’uso professionale e privato l’invito fatto ai docenti è quello “usare prudenza e discrezione per il proprio ruolo professionale” e nel caso di contatti privati con allievi “questi devono rispettare i ruolo che implica la dimensione educativa”.