Ticino
Cessione Twitter: “È senz’altro un affare”
Immagine Shutterstock
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Thomas Schürch
3 anni fa
Alessandro Trivilini, responsabile del servizio di informatica forense della Supsi, commenta l’acquisizione del social network da parte di Elon Musk. “Se usato male può però diventare autoreferenziale”

La notizia dell’acquisto di twitter da parte di Elon Musk per 44 miliardi di dollari ha suscitato un vortice di reazioni in tutto il mondo. Ma si tratta davvero di un buon investimento per il patron della Tesla? Ticinonews ne ha parlato con il responsabile di informatica forense della Supsi, Alessandro Trivilini. “È senz’altro un affare”, dice Trivilini, “perché è in linea con la tendenza di questi imprenditori visionari, che nel campo tecnologico mettono al centro tre elementi portanti: avere un problema da risolvere, avere un mercato reale a cui rivolgersi, e avere uno strumento di comunicazione di massa per aggregare e creare consenso, per tenere le persone nel flusso dei loro progetti imprenditoriali”.

Le possibili criticità
Un rischio però c’è davvero. “Se usato male può diventare autoreferenziale e generare un effetto boomerang”. Inoltre, soprattutto a livello europeo, “si tende a mettere sempre più controlli e regole a questi colossi informatici, in ottica di trasparenza e responsabilità nel diffondere informazioni di massa”.

Tanto “potere” in mano a pochi
Le informazioni veicolate dai social tendono ad essere sempre più accentrate nelle mani di pochi. Questo rappresenta un rischio per la libertà di informazione? “È un oligopolio che ci portiamo avanti da diversi anni”, precisa l’esperto di informatica. “Pensiamo anche a Jeff Bezos, che ha comprato un importante giornale proprio per avere un contatto reale con le persone. Non abbiamo la prova per dire che sia “per condizionare”, ma intanto sono padroni di questi strumenti incredibili, che sono gli unici al mondo per poter dialogare con la gente”. Che siano in forma digitale o cartacea, “sono dei punti nevralgici da cui passano le informazioni strategiche e quindi persuasive. Pensiamo alla quantità di tweet che vengono generati al mondo e che possono arrivare con le tecniche digitali in modo capillare alle singole persone”.

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