
Da ieri le applicazioni necessarie per il Certificato Covid sono scaricabili sui dispositivi Apple, da oggi anche su quelli con sistema Android. Quello che manca ancora, però, è il vero e proprio certificato: il codice Qr necessario per inserire i propri dati di immunità sull’app. In Ticino le autorità sono al lavoro per rendere possibile questo passaggio fondamentale. Ryan Pedevilla, capo della Sezione dell’esercito e della protezione della popolazione, ha risposto alle domande di Radio3i.
Quali sono le tipologie di persone che possono ricevere un certificato?
Sono coloro che hanno ricevuto le due somministrazioni di vaccino, coloro che sono stati malati negli ultimi sei mesi, coloro che sono stati malati e hanno fatto almeno una vaccinazione e coloro che si sottopongono a un test.
A che punto siamo in Ticino?
In Ticino stiamo facendo questa settimana tutte quelle che sono le attività pilota: verificare che tutti i processi funzionino come richiesto e come auspicato. Settimana prossima inizieremo la parte formativa e andremo a produrre i primi certificati nei centri di vaccinazione. L’obiettivo è che per la fine del mese, quando effettivamente il certificato avrà una validità, potremo in qualche modo dare il certificato a tutti coloro che lo necessitano. coloro che lo necessitano.
Chi è già stato vaccinato dovrà richiederlo?
L’Ufficio dell’informatica della Confederazione garantirà che ci sia un supporto nella gestione di questa richiesta: coloro che si sono iscritti regolarmente con un numero di telefono riceveranno un sms, gli altri riceveranno una lettera a casa con un codice che permetterà poi di richiedere questo certificato. Il numero verde servirà unicamente per coloro che hanno delle difficoltà, coloro che non hanno mezzi elettronici, coloro che hanno cambiato indirizzo e coloro che hanno qualche problematica particolare. Tutti gli altri avranno modo di gestire elettronicamente o per il tramite di mezzi comuni quello che sarà poi lo scaricamento dell’applicazione e del certificato.
Se invece sono stato malato? Come faccio a provarlo?
Tutti coloro che sono stati posti in isolamento sono stati inseriti in una banca dati a livello nazionale, il Cantone metterà a disposizione una pagina in cui si potrà richiedere direttamente la certificazione. Ricordo che questa è valida per sei mesi dopo il termine della malattia, poi non potrà essere fatta una proroga ma dovrà essere fatta una vaccinazione.
Chi invece farà un tampone negativo?
Tutti coloro che stanno producendo le analisi di laboratorio e le analisi nelle farmacie sono in contatto direttamente con la Confederazione per l’aggiornamento del loro software, in maniera tale che possano produrre in loco il certificato della durata di 24 ore per quanto riguarda i test rapidi, di 72 ore per quanto riguarda i test di laboratorio.
Il certificato entrerà in vigore il 28 giugno, ma chi è già vaccinato e andrà in vacanza prima di questa data?
Attualmente chi è stato vaccinato ha un attestato di vaccinazione. Tutto quanto riguarda l’organizzazione del riconoscimento del Certificato Covid avrà una validità che entrerà in vigore a fine mese sia in Svizzera sia, presumibilmente, negli Stati terzi che hanno firmato degli accordi e stanno definendo esattamente i processi e i passaggi di informazioni per il riconoscimento del Qr Code. Prima della fine del mese questo documento non avrà validità. Inoltre bisogna vedere cosa effettivamente viene richiesto nello Stato in cui ci si vuole recare: tengo a precisare che gli Stati terzi hanno facoltà di chiedere anche qualcosa in più rispetto al certificato. Un supplemento che può essere un tampone o qualsiasi altra analisi che viene richiesta. Il consiglio da parte mia è di verificare bene quali sono le restrizioni.
Anche dopo il 28 giugno ci saranno Paesi che non riconosceranno il Certificato?
All’estero potrebbe essere non riconosciuto o riconosciuto parzialmente, quindi sarà importantissimo informarsi prima di partire. Ricordiamoci che la pandemia non è passata: in alcuni Paesi è in pieno sviluppo, ci sono dei focolai importantissimi, motivo per il quale non bisogna partire dal presupposto che essere vaccinati sia sinonimo di garanzia di potersi muovere liberamente.
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