Sanità
Centromedico passa a Swiss Medical Network. "Più sinergie, ma attenzione ai rischi"
Redazione
7 mesi fa
Carlo De Pietro, economista e professore di politiche sanitarie alla SUPSI, analizza la notizia del rafforzamento della posizione di Swiss Medical Network in Ticino. "Difficile prevedere gli effetti per l'EOC".

È di ieri la notizia che Swiss Medical Network ha acquisito "PDS Medical SA", che gestisce dieci ambulatori medici nel Canton Ticino con il marchio "Centromedico". Con questa acquisizione, Swiss Medical Network rafforza la sua posizione nel nostro cantone e pone le basi per la sua seconda regione di cure integrate in Svizzera "Rete Sant’Anna". Per un commento sull’operazione, ma soprattutto per cercare di comprendere meglio l'impatto sul sistema sanitario ticinese, Ticinoenws ha interpellato Carlo De Pietro, economista e professore di politiche sanitarie alla SUPSI.

La prima domanda da porsi è se questo modello di cure integrate rappresenta davvero un cambio di paradigma nel sistema sanitario. “Non so se sia davvero così – risponde De Pietro –. Alle nostre latitudini questi modelli di integrazione hanno faticato maggiormente ad arrivare. La proposta è stata suggerita meno dagli assicuratori e adottata in misura minore dagli assicurati”. Si parla comunque di un cambio di paradigma “e io mi immagino un'integrazione incredibilmente più intensa di quella che già esiste su modelli alternativi con alcuni assicuratori sparsi per la Svizzera”.

Vantaggi e rischi

Oltre alla presa a carico completa e integrata, l'acquisizione permetterà al gruppo di ottenere il lato ospedaliero e una maggior presenza nel settore ambulatoriale. A tal proposito “gli aspetti positivi riguardano anzitutto la clinica, perché se l'ambulatorio e la clinica si conoscono e hanno magari iniziano a costruire un meccanismo per trasferire le informazioni, ciò consente di evitare gli esami ripetuti e di adottare protocolli ambulatoriali comuni e integrati. Tutto questo può essere molto positivo”. È chiaro che dall'altra parte, “queste concentrazioni comportano il rischio di una limitazione di scelta, con la gente che sarà indotta a recarsi presso una struttura che fa parte della rete”. Il rischio, in generale, “è che venga suggerita una struttura che non sia quella realmente ottimale per la persona, bensì una subottimale, con cui però si hanno magari ottimi rapporti o anche delle convenienze economiche”.

Quali conseguenze per l'EOC?

L'integrazione, come detto, rafforza la posizione del gruppo Swiss Medical Network in Ticino. Ci si chiede se ciò possa avere un effetto sul ruolo dell'Ente Ospedaliero Cantonale nel nostro cantone. “È chiaro che se le cure primarie, i medici di famiglia e anche gli specialisti, appartengono principalmente a una rete che ha i propri ospedali all'interno, l'EOC si trova sguarnito. In precedenza era infatti uno dei provider ospedalieri tra i diversi, mentre ora è il provider ospedaliero al di fuori della rete a cui appartengono molti prescrittori”. Si parla tuttavia “di impatti possibili, di medio-lungo periodo e complessi da prevedere, perché le strade possono essere molte, con risvolti più positivi o più problematici”, conclude De Pietro.

 

 

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