
Il Consiglio di Stato ha incontrato nel pomeriggio le parti sociali per discutere l’attuazione delle due iniziative sulle casse malati approvate dal popolo lo scorso 28 settembre. Dopo PS e Lega, promotori dei testi, anche sindacati ed economia hanno confermato posizioni molto diverse su come finanziare le misure destinate a calmierare l’impatto dei premi.
Un incontro interlocutorio
L’incontro ha avuto carattere interlocutorio: nessuna misura concreta è stata ancora individuata, ma il Governo – presente al completo – ha illustrato la tabella di marcia. L’obiettivo è coinvolgere tutti gli attori in un percorso condiviso per trovare circa 400 milioni di franchi, necessari per rendere operative le iniziative. L’Esecutivo punta a presentare un messaggio in primavera e ad avviare l’implementazione, almeno parziale, nel 2027. Da qui l’appello a dialogo, unità e compromesso.
La reazione dell'economia
Sul fronte economico, il presidente della Camera di commercio Andrea Gehri parla di un incontro interessante "dal punto di vista delle intenzioni", ma di una sfida "quasi impossibile" nelle condizioni attuali. "Il Governo si trova davanti a una montagna molto impervia", afferma. Secondo Gehri, bisognerà intervenire soprattutto sulle uscite, identificando risparmi significativi, mentre sul lato delle entrate "si dovrà individuare una modalità scandita da una periodicità". Le associazioni economiche si dicono pronte a partecipare ai tavoli di lavoro proposti dal Governo, nella prospettiva di un "patto di Paese" che porti a un compromesso equilibrato.
La posizione dei sindacati
I sindacati, dal canto loro, sono aperti al dialogo, ma non sono disposti a tollerare altri tagli al sociale, un settore già toccato in questi anni dalle misure risparmio. "Le preoccupazioni rimangono", ribadisce Edoardo Capelletti del sindacato VPOD. "Ci saremmo aspettati dal governo un'implementazione dell'iniziativa per il 10% già dal 2026, questo non è stato comunicato. Le posizioni dell'economia lasciano presagire un ulteriore smantellamento dei servizi pubblici e parapubblici. È quello a cui noi ci stiamo opponendo già nel contesto del preventivo 2026, che temiamo possa riproporsi in futuro". Cappelletti conferma l’apertura ai tavoli di lavoro, ma fissa un limite chiaro: "Non saremo disposti a imporre ulteriori sacrifici ai servizi pubblici e parapubblici, che negli ultimi anni hanno già dato troppo. Il peggioramento delle condizioni di lavoro e il calo della qualità della presa a carico sono tendenze che vanno fermate, investendo le necessarie risorse".
