Manuele Bertoli
Cassa malati, un po’ di chiarezza
Manuele Bertoli
Manuele Bertoli
Redazione
4 ore fa
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Il 28 settembre andremo a votare su due iniziative popolari inerenti alla cassa malati. Quella leghista aumenta le deduzioni fiscali e favorisce chi ha buone disponibilità finanziarie, perché per dedurre molto bisogna pagare molto in termini di premio (complementari, classe privata ecc.) ed avere un reddito piuttosto alto, sul quale le maggiori deduzioni hanno poi un effetto concreto in termini di minori imposte pagate. Per chi ha un imponibile sotto i 100'000 franchi, la grande maggioranza della popolazione, questa iniziativa è una grande fregatura, perché queste famiglie o singles non possono permettersi premi elevati, quindi grandi deduzioni supplementari, perché il bonus fiscale risultante sarebbe irrisorio, e perché le minori entrate, che i promotori dell’iniziativa non vogliono compensare, si tradurranno in minori prestazioni statali, per esempio in minori sussidi di cassa malati. Un’iniziativa sbagliata, a favore dei ricchi, pagata dal ceto medio e da chi non ha grandi disponibilità finanziarie. La seconda iniziativa su cui andremo a votare, quella socialista, chiede invece che nessuno paghi più del 10% per il premio di cassa malati. Garantendo che nessuno paghi più del 10%, è necessario aumentare i sussidi ai premi, e per finanziare i sussidi supplementari è necessario aumentare le imposte cantonali. In questo modo A, che oggi paga il 15% del proprio reddito disponibile per la cassa malati, domani pagherà solo il 10%, grazie ai sussidi aumentati, mentre B, chi oggi paga il 2% o il 5% del suo reddito per la salute, pagherà più imposte. Le imposte aumenteranno proporzionalmente per tutti, ma per A, che ha un reddito tendenzialmente basso, sarà un piccolo aumento ampiamente compensato dai nuovi sussidi, mentre per B, che ha un reddito elevato, sarà un aumento più corposo, tenuto conto del fatto che per quest’ultimo il peso finanziario della cassa malati è basso almeno da 30 anni, da quando è entrata in vigore la LAMal. Il Governo ha fatto fare dei calcoli all’Ufficio di statistica, il quale ha concluso che i sussidi dovranno aumentare di 300 milioni all’anno per raggiungere l’obiettivo dell’iniziativa. Il dato mi lascia molto perplesso per diverse ragioni di natura tecnica che non posso qui approfondire, ma non sono il solo a dubitare di questa cifra. Mi permetto di osservare che anche l’Istituto delle assicurazioni sociali, facendo un suo calcolo basato sui beneficiari di sussidi del 2024, è arrivato a una cifra molto diversa, meno di 50 milioni annui, quindi meno di 1/6 del risultato dell’Ufficio di statistica. Sia quel che sia, il dato politico rilevante è che questi milioni, siano essi 300, 50 o una cifra intermedia tra questi importi, non sono soldi nuovi necessari per una nuova prestazione, ma sono soldi che i ticinesi di classe modesta e media pagano già oggi ogni anno quando superano la soglia del 10% per la salute, rispettivamente che i residenti in Ticino benestanti risparmiano ogni anno sulle spalle di chi finanziariamente sta peggio di loro. Bisogna finirla con questo sistema medievale di pagamento dei premi “alla romana”, senza considerare la capacità finanziaria di chi paga. Farlo è possibile accettando l’iniziativa socialista, oppure si può continuare a lamentarsi del costo della cassa malati ogni mese di ottobre, all’annuncio dei nuovi premi. Nessuna di queste due iniziative risolve il problema del continuo aumento dei costi sanitari, ma non si può fare tutto in un solo colpo. Cominciamo a pagare correttamente la fattura sanitaria accettando l’iniziativa socialista, per la riduzione dei costi saranno necessari altri interventi.

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