
"Il Governo resta convinto della necessità di fare la massima chiarezza sui fatti accaduti e continuerà ad adoperarsi in questo senso". Lo ribadisce oggi il Consiglio di Stato, che nella sua seduta odierna ha risposto a due atti parlamentari concernenti l’Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana Unitas, finita sotto i riflettori per una serie di accuse di mobbing e molestie a sfondo sessuale lanciate da alcuni dipendenti nei confronti di un alto dirigente. È la prima volta che il Consiglio di Stato si esprime in maniera dettagliata sulla vicenda, per cui era stato commissionato un audit esterno all'avvocata Martinelli Peter, i cui risultati non erano stati resi pubblici. Motivo per il quale i deputati Marco Noi (Verdi) e Matteo Pronzini (Mps) avevano inoltrato due interpellanze per chiedere chiarimenti. Interpellanze che nell'ultima seduta di Gran Consiglio erano state trasformate, non senza polemiche, in interrogazioni (che implicano una risposta scritta). Interrogazioni alle quali oggi è stata data una risposta.
I risultati dell'audit non verranno pubblicati
I risultati dell'audit, precisa il governo rispondendo all'interrogazione di Noi, non verranno resi pubblici per questioni di privacy. "I dettagli delle segnalazioni rilasciate da alcune persone che hanno testimoniato, che in taluni casi hanno manifestato vergogna e imbarazzo nel raccontare quanto vissuto, consentirebbero di risalire alla loro identità perlomeno in una cerchia allargata di persone vicine all’Associazione", scrive il Governo. Per tutelare la personalità delle vittime ed evitare loro una seconda sofferenza, il Consiglio di Stato ritiene pertanto che "la pubblicazione del rapporto non sia opportuna". Le persone che hanno testimoniato sono comunque state informate, tramite lettera inviata lo scorso dicembre, delle criticità "di natura formale e organizzativa" messe in evidenza dal rapporto. Il Governo ha poi indirizzato le persone desiderose di ricevere ascolto e sostegno al servizio del DSS preposto all'aiuto alle vittime. Le vittime che hanno testimoniato possono anche "chiedere all’esperta esterna che ha redatto il rapporto di audit una restituzione individuale".
Molestie sessuali nell'arco di 25 anni
Durante l'audit sono state raccolte 19 segnalazioni da parte di soci, utenti, volontari, dipendenti ed ex-dipendenti, membri ed ex-membri di comitato, di cui "17 concernevano casi di molestie sessuali" perpetrati nel corso di "oltre 25 anni" (dal 1994 al 2021), riporta il Governo. "Una parte di esse riporta molestie subite dalle segnalanti stesse, una parte riguarda molestie subite da terze persone e una parte, più in generale, il comportamento dell’autore di tali fatti". La maggior parte delle segnalazioni concernono gli ultimi 10 anni. "Il rapporto non evidenzia la durata dei singoli fatti, ascrivibili a una sola persona, che non ricopre più alcun ruolo nell’ambito delle attività dell’Associazione e nemmeno delle Fondazioni ad essa correlate. Durante il periodo analizzato, l’autore dei fatti ha rivestito delle cariche all’interno del comitato dell’Associazione, fino al 2021". Le molestie sono state segnalate "a organi o dirigenti dell’Associazione, comitato e/o direttore, in 5 occasioni, tra il marzo 2018 e il marzo 2020".
La vigilanza speciale prosegue
Nella sua presa di posizione il Governo precisa che "la vigilanza speciale messa in atto dai servizi competenti prosegue secondo la tempistica prevista e in linea con quanto intimato all’Associazione". Si fa riferimento in particolare "all’aggiornamento dello Statuto, all’introduzione di nuove normative atte a disciplinare i ruoli e le modalità di funzionamento dell’ente, e al ricambio completo dei membri del comitato". Al tempo stesso il Consiglio di Stato assicura "la corretta applicazione delle misure che l’Associazione è tenuta ad attuare entro tempistiche stabilite, allo scopo di ripristinare il rapporto di fiducia con l’ente sussidiante alla base del finanziamento cantonale". Procedura che è "attualmente in corso". Il rapporto con le due Fondazioni di sostegno esula invece dalla vigilanza del Consiglio di Stato in quanto le stesse non hanno alcuna relazione con le prestazioni finanziate dal Cantone. "Queste due Fondazioni rispondono dunque unicamente all’autorità di vigilanza sulle fondazioni in merito al corretto perseguimento del loro scopo sociale", conclude il Governo.