Presa di posizione
Caso docente Spai, "Nel Decs gestione autoritaria"
©Gabriele Putzu
©Gabriele Putzu
Redazione
9 mesi fa
Il Movimento della scuola si esprime sulla vicenda del docente della Spai di Mendrisio, che considera emblematica della modalità di gestione del personale nel Decs.

"Non conosciamo il docente coinvolto e non sappiamo se – come sostengono le autorità scolastiche – egli nel passato avesse veramente assunto comportamenti biasimevoli nei confronti di colleghi e superiori. Non è questo il punto: in questo momento non possiamo che essere grati al collega per aver fatto ricorso al Tribunale amministrativo ed essere lieti che questi gli abbia dato ragione, subordinando qualunque misura disciplinare, che non risponda ad effettiva e comprovata urgenza, al rispetto delle garanzie che il nostro stato di diritto riconosce a qualunque individuo. Speriamo che il collega abbia così l’opportunità di far valere le proprie ragioni, dimostrare, se del caso, la sua estraneità alle accuse mossegli e non da ultimo riabilitare la propria reputazione". A esprimersi in questi termini è il Movimento della scuola, associazione di insegnanti che ha come scopo l'informazione sul mondo della formazione e l'espressione di una voce pubblica sulla politica scolastica ticinese. Il Movimento prende posizione sul caso del docente della Spai di Mendrisio, sospeso dalla direzione in giugno. Una decisione, quest'ultima, annullata dal Tram.

Vicenda simbolica

Secondo il Movimento della scuola, il caso del docente della Spai è emblematico. "Sono parecchi anni, ormai, che nel Decs si è diffusa una modalità di gestione del personale a carattere verticistico e autoritario, che prevede l’impiego frequente e spesso indiscriminato delle inchieste amministrative per potere smorzare gli animi dei docenti che ancora rivendicano un ruolo attivo e partecipativo nella scuola". L'associazione di insegnanti afferma che "sono numerosi i casi di colleghe e colleghi vittime di più o meno malcelate minacce o intimidazioni da parte dei propri superiori. Sono ormai in maggioranza i docenti che credono di non aver il diritto di esprimersi pubblicamente e che anche solo per rispondere alle domande di un giornalista devono chiedere l’autorizzazione della propria direzione".

Senso critico

Nella presa di posizione trasmessa alle redazioni, il Movimento della scuola rivendica il "ruolo politico del docente", che è "inscindibile dal suo principale compito, quello di dotare i propri allievi di senso critico e indipendenza di giudizio, e della capacità di difendere la propria autonomia con il dissenso, l’opposizione e, in alcuni casi, anche con la disobbedienza civile. Come può il docente infondere questi valori se egli stesso si mostra docilmente conformista e acriticamente sottomesso all’autorità, così come sembrerebbero auspicare i vertici dipartimentali?"

"Silenzio che sorprende"

L'auspicio del Movimento della scuola è che la vicenda del docente della Spai di Mendrisio serva da spunto di riflessione per le autorità cantonali responsabili della scuola. Tuttavia, gli scriventi si dicono "sorpresi per il silenzio del Decs. Speravamo quanto meno che ci si rendesse conto dell’effetto deleterio di una vicenda come questa sul capitale di fiducia del corpo docente. Non sarebbe opportuno, a nome del dipartimento e del governo, assicurare condizioni di maggiore libertà d’espressione agli insegnanti?"