
“Io mi rivolgo alla direttrice del Dipartimento, e le chiedo di incontrami insieme ai miei ragazzi. Così avrà modo di vedere, anche umanamente, cosa realmente succede”. Così Roberto Caruso, il docente della ex SPAI di Mendrisio sospeso il 5 giugno, a pochi giorni dalla fine dell’anno scolastico e che oggi non ha ricevuto delle buone notizie. Nonostante il Tribunale Amministrativo cantonale abbia recentemente accolto il suo ricorso, annullando la sospensione, il Cantone non ha tuttavia ritirato la procedura di licenziamento. E all’udienza conciliativa di questo pomeriggio è rimasto fermo nelle sue posizioni. “Oggi abbiamo debuttato in conciliazione, chiedendo di essere reintegrato a scuola. Inoltre, eventualmente, ho anche chiesto loro se fossero intenzionati di aprire un’inchiesta dei miei confronti. Io sarei anche a disposizione, poi alla fine dell’inchiesta potranno tirare le loro conclusioni. Abbiamo inoltre ricordato loro che oggi rappresentano lo Stato e non questioni personali, anche per renderli attenti sull’importanza di giocare con la vita delle persone. Ma in risposta c’è stato un muro, non c’è stato nulla da fare. Abbiamo anche proposto altre misure, come comunicare un accompagnamento, ma niente”.
La motivazione del DECS respinta al mittente
Il DECS, a suo tempo, aveva motivato la sospensione adducendo a comportamenti irrispettosi messi in atto dal docente nei confronti della direzione scolastica e di funzionari cantonali. Motivazioni respinte al mittente dall’insegnante di elettrotecnica, che non intende gettare la spugna e tirerà dritto insieme al suo avvocato Stefano Fornara. “Impugneremo la decisione e speriamo di vincere questo ricorso. Riteniamo infatti che le motivazioni del DECS siano infondate”. Cosa succederà quindi ora alla carriera del professore, visto che il tram aveva annullato la sospensione? “Il TRAM aveva annullato la sospensione, quella decretata dal Consiglio di Stato contestualmente al preavviso di disdetta. Ciononostante, non abbiamo ricevuto alcuna risposta in merito al rientro a scuola. Ci è stato detto che avremo notizie nei prossimi giorni, ma è altamente verosimile che vi sarà una rapida decisione di disdetta del rapporto di lavoro, dunque non ci sarà nessun rientro a scuola”, ha spiegato l’avvocato.
Sostenuto dall’OCST
Il docente è sostenuto dal sindacato OCST, preoccupato anche dal fatto che durante la procedura di sospensione il docente non sia stato sentito. “Questo è sì il caso di un singolo docente, ma in realtà è una situazione che mette a repentaglio tutto il sistema dei dipendenti pubblici”, ci spiega il segretario regionale Giorgio Fonio. “Questo perché la sentenza del TRAM è chiara: un punto importante è stato violato e nonostante questo oggi dalla conciliazione è uscito un nulla di fatto”. La paura dell’OCST è quindi quella che possa ripresentarsi una simile situazione anche per altri dipendenti? “Se questo diventa davvero il nuovo modo di procedere quando si presentano problematiche con i dipendenti pubblici allora rischia di avere gravi conseguenze per tutti i lavoratori del settore pubblico. In qualità di sindacato e di cittadino ritengo tutto questo inaccettabile, abbiamo uno stato di diritto e delle leggi che vanno assolutamente rispettate”. Quanto alla versione del DECS, da noi contattato ci spiega che, per motivi di privacy, non può esprimersi sulla questione.