
Si conclude con il proscioglimento di tutti gli imputati il processo sul caso Consonni. La Corte delle assise criminali di Lugano, presieduta dal giudice Mauro Ermani, ha assolto l'imprenditore edile Marco Consonni e altre quattre persone, accusati di usura e falsità in documenti. La sentenza è stata comunicata poco fa alle parti. Si sgonfia quindi quello che in sindacato OCST aveva definito il "peggior caso di malaedilizia di sempre".
Secondo la procuratrice pubblica Chiara Borelli, che aveva chiesto una pena di tre anni e otto mesi di carcere da espiare, gli imputati avrebbero contribuito a decurtare illegittimamente i salari di undici operai tra il 2009 e il 2014, causando loro un danno totale di 560'000 franchi.
La difesa, patrocinata dall’avvocato Flavio Amadò e l’avvocato Sabrina Aldi, si era invece battuta contro i reati contestati, puntando sul fatto che gli operai avevano accettato di buon grado di percepire anche più del doppio del loro stipendio in Italia, dove tutti sono residenti, anche se il salario era minore di quanto previsto dai contratti collettivi svizzeri.
Le parti hanno ora dieci giorni di tempo per ricorrere in appello.
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