
Oggi, primo dicembre, è la giornata mondiale contro l’AIDS. Una ricorrenza annuale celebrata dal 1988, che rappresenta un’opportunità importantissima per sensibilizzare su un problema che è tutt’altro che risolto. I numeri delle infezioni sono in crescita. Stando alle statistiche dell’Ufficio federale di sanità pubblica, l’anno scorso sono stati segnalati 371 nuovi casi di infezione da HIV, il 14% in più rispetto al 2021. Anche i numeri delle altre infezioni sessualmente trasmissibili sono aumentati, tra cui clamidia, gonorrea e sifilide. Un trend simile si registra anche in Ticino, dove i casi di infezione da HIV sono saliti dell’1,4% rispetto al 2021. In crescita anche i casi di gonorrea, sifilide, epatite B ed epatite C.
L'accesso ai servizi
Secondo l'associazione Aiuto Aids Svizzero a complicare l'accessibilità ai servizi sono i costi elevati e la stigmatizzazione. Per contenere il numero di infezioni è dunque necessario rafforzare il lavoro di prevenzione, espandendo le possibilità di test e aumentando le risorse finanziarie. È d’accordo anche il Consiglio federale, che proprio ieri ha reso noto di aver adottato il nuovo Programma nazionale «Stop all’HIV e all’epatite B e C e alle infezioni sessualmente trasmesse».
Azzerare il numero di nuove trasmissioni entro il 2030
Con il nuovo programma il Governo si pone come obiettivo che entro il 2030 non vi siano più nuove trasmissioni di questi agenti patogeni nel nostro Paese. Un primo passo concreto è stato già deciso: dal 1° luglio 2024 i costi della profilassi pre-esposizione all’HIV per le persone con un rischio elevato saranno assunti dall’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie.
La prevenzione rimane importante
Per riuscire a leggere queste cifre, abbiamo interpellato Vicenza Guarnaccia, coordinatrice di Zona Protetta. "Le malattie sessualmente trasmissibili ci sono e continuano a girare. Ecco perché è importante fare dei controlli. Sicuramente dopo la pandemia le persone sono tornare ad incontrarsi e questo ha portato ad un aumento dei casi. Allo stesso tempo le persone iniziano a riconoscere l'importanza di fare dei controlli e di testarsi”. Rispetto a 20 anni, quando non si parlava molto di AIDS, l’attenzione è un po’ calata sulla malattia. Ma questo non vuol dire che sia scomparsa del tutto, mette in guardia Guarnaccia. “È diventata una malattia cronica e forse la paura si è abbassata. Ma i dati ci ricordano che queste malattie continuano ad esserci e la prevenzione rimane importante”. Eppure, ci sono ancora tanti taboo legati alla malattia, evidenzia Guarnaccia. “C’è la paura del giudizio e lo stigma può portare una persona a far fatica a rivolgersi a uno specialista della salute per chiedere dei test. È per questo che vogliamo creare delle situazioni di screening di facile accesso, dove le persone possano sentirsi accolte e non giudicate”. Per quanto riguarda il programma del Consiglio federale, Guarnaccia ritiene che sia un progetto “ambizioso”, ma è importante lavorare in questa direzione, sia a livello politico, sia a livello di associazioni. “È importante sottolineare come oggi una persona che vive con l’HIV ed è sotto trattamento è una persona che non trasmette più il virus”.
Le iniziative in occasione del 1° dicembre
Proprio in occasione della giornata mondiale contro l’aids, l’associazione propone una serie di iniziative. “Come zona protetta abbiamo da una parte promosso la campagna dell'aiuto AIDS svizzero di sensibilizzazione contro la discriminazione nell'ambito delle strutture sanitarie. Sui social promuoviamo una campagna con lo slogan “un mondo senza HIV insieme è possibile”. Ognuno deve fare la propria parte, ossia avere delle informazioni corrette rispetto all’HIV, diffonderle, ma anche avere un comportamento responsabile e conoscere il proprio stato. Presso il nostro consultorio, nella giornata odierna, proponiamo i test HIV e sifilide gratuiti. Lo stesso tipo di offerta ci sarà per tutti i mercoledì di dicembre. Abbiamo notato che quando si offre un test gratuito le persone, soprattutto i giovani, si sottopongono al test. E nel momento in cui vado in un consultorio, ho la possibilità di ricevere anche una consulenza sui rischi e sul tema della sessualità”.